Marco Ferrero è conosciuto da tutto il popolo del web con il nome di Iconize e ora che ha ottenuto il successo, si è preso la sua rivincita su chi lo bullizzava.
Vlogger e digital creator, da tutti è conosciuto con il nome di Iconize, la sua carriera è iniziata quando aveva dodici anni con dei video su Facebook e adesso è uno dei più richiesti dalle grandi aziende per i loro contenuti digitali.
Ha ventinove anni e la sua carriera è iniziata molti anni fa a Biella: ” Non esisteva ancora la concezione di creare cose fuori dal comune. Mi davano del pazzo e del gay”.
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Marco Ferrero, il successo del suo alter ego Iconize: “mi davano del pazzo”
Marco Ferrero è forse un nome sconosciuto ai più, ma il suo alter ego ovvero Iconize è una vera celebrità nel mondo del web, grazie al suo successo il giovane si è riuscito a prendere la rivincita su chi lo prendeva in giro da piccolo.
“Mi bullizzavano, ma mi sono preso la mia rivincita. Ora quelle stesse persone mi chiedono inviti a feste e eventi. Quando mi contattò Facchinetti per avermi nella sua agenzia. Il mio primo lavoro fu un video per Cruciani. Ho scoperto un mondo parallelo. Era davvero possibile guadagnare con Instagram” racconta il giovane in una lunga intervista per Leggo e continua: “Mi piace guardare con occhi diversi le cose. Da bambino giocavo a far finta di fare le foto con gli occhi. Amo la cura del dettaglio, e da mio nonno,che lavorava per Armani, ho ereditato la creatività”.
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Sempre all’interno dell’intervista racconta: “Il vero boom c’è stato nel 2011, quando ho fatto coming-out con un video pubblicato su Facebook. È stato condiviso seicentomila volte. In quel periodo girava il gossip che fossi fidanzato con Aurora Ramazzotti, le persone hanno riconosciuto la mia faccia. E poi dichiararsi omosessuale dieci anni fa era ancora un po’ tabù“. E infine alla domanda su quale sono le sue carte vincenti, risponde: “Cambiare spesso ambientazione e outfit. Non mi piacciono le cose artefatte, per me premia più una bella ripresa al tramonto e suoni live. Non amo i video ballati, preferisco chi racconta una storia”.