Che cos’è il diritto d’autore? Come viene tassato il reddito percepito in base alla loro cessione? Ecco i vari casi e le differenze a riguardo
Il trattamento fiscale derivante dal diritto d’autore è da sempre una materia alquanto complessa. Varia infatti in base a come viene inquadrato il provento al momento della cessione e ogni genere di tassazione a cui può essere sottoposto comporta determinati vantaggi fiscali. Esiste solo un aspetto in comune in questa circostanza, ovvero che a secondo di quanto si percepisce, i suddetti diritti sono soggetti ad una ritenuta d’acconto del 20%.
L’unica eccezione riguarda i soggetti che ricevono questo genere di proventi all’estero. Per loro la ritenuta d’acconto è maggiorata al 30%. Un aspetto fondamentale è che queste tipologie di redditi sono detassabili, motivo per cui sono classificati tra gli strumenti più utilizzati della pianificazione fiscale.
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Requisiti e benefici del diritto d’autore
Volendo spiegare di cosa si tratta nello specifico, il D.A non è altro che quel diritto che consente al soggetto che ha creato una determinata opera (di qualsiasi genere) di poter cedere l’utilizzo della stessa ad altri soggetti attraverso la corresponsione di una somma di denaro.
Ecco quali sono i benefici per l’autore di un’opera:
- utilizzo e cessione in modalità esclusiva;
- rivendicazione titolarità e paternità;
- avere piena autonomia decisionale su quello da fare e da non fare;
- rinnegare eventuali modifiche apportate da altri;
- avere potere decisionale sulla gestione del diritto di utilizzo;
- riscuotere denaro per la cessione dell’utilizzo.
Per quanto concerne la durata, i diritti patrimoniali (ovvero quelli relativi ai vantaggi economici) durano per tutta la vita dell’ideatore e 70 anni dopo la sua morte. I diritti morali, ovvero quelli derivanti dalla paternità, non hanno decadenza e quindi sono validi per l’eternità. Naturalmente vanno fatte le dovute distinzioni, che possono essere molto utili per avere un quadro più ampio della situazione
Diritto d’autore lavoratori autonomi
In questa circostanza si può usufruire di una deduzione forfettaria del 25%, quindi la tassazione sarà al 75% della somma riscossa. Ancora più vantaggiosa la situazione per le persone under 35. I “giovani” pagano le tasse “solo” sul 60% di ciò che viene incassato.
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Diritto d’autore lavoratori dipendenti
Ben diversa è la tassazione per i guadagni derivanti da creazioni ideate da lavoratori dipendenti (è il caso di collaborazioni con giornali o riviste dove vengono redatti articoli in maniera non autonoma). A riguardo non ci sono delle regole ben delineate per la tassazione come quelle per i lavatori autonomi. Bisogna attenersi alla normativa vigente in materia di reddito da lavoro dipendente.
Diritto d’autore redditi diversi
Per tutte le altre casistiche, dove i proventi per il diritto d’autore, sono denominati come “redditi diversi”, esiste solo una deduzione forfettaria. A prescindere dall’età le tasse pagate riguardano sempre ed esclusivamente il 75% di ciò che si guadagna. A questo, bisogna aggiungere, che la cessione di proprie opere è tassata solo ai fini IRPEF e non a quelli INPS. Quindi in parole povere, su tali introiti non vengono versati contribuiti per la pensione.