Tra gli effetti indesiderati della permanenza forzata a casa dovuta al propagarsi del coronavirus ci sono quelli relativi alla possibile insorgenza di contraccolpi psicologici da non sottovalutare
Restiamo a casa è un messaggio che rimbomba più che mai nelle ultime settimane a causa della proliferazione della pandemia di Covid-19, che soprattutto nel Bel Paese sta provocando numerosi decessi e contagi.
Apparentemente non ci viene chiesto nulla di così complicato, visto che così siamo nella confort zone lontani dallo stress quotidiano (oltre che dal pericolo contagio). In realtà però rinunciare alla propria vita sociale è anche motivo di forte turbamento, che può avere degli effetti deleteri sul nostro benessere psicofisico.
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Coronavirus, le possibili conseguenze psicologiche
Una tematica spinosa, decisamente delicata che il dottore psichiatra Davide Prestia della clinica psichiatrica dell’ospedale San Martino di Genova ha provato a spiegare in un’intervista rilasciata a Genova24.
In primis è partito dal concetto che l’incertezza delle misure di isolamento disposte dal governo generano ansia. Il non sapere “cosa succederà” provoca un forte senso d’angoscia. Tra i primi soggetti a rischio ci sono proprio i medici impegnati più che mai a sopperire a questa emergenza provocata dal Covid-19. Non è così remota l’ipotesi che al termine di tutta questa storia debbano fare i conti con esaurimento emotivo, depersonalizzazione e senso di frustrazione.
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Passando ai soggetti “reclusi” in casa, gli anziani destano non poche preoccupazioni secondo Prestia. Il non poter ricevere visite nemmeno saltuarie potrebbe far aumentare il loro senso di solitudine e innescare depressione ed ansia. Tra gli insospettabili figurano invece gli adolescenti. Perché mai ad un’età così giovane e con tutti gli svaghi tra cui social e videogames dovrebbero abbattersi? Logico, perché soffrono il fatto di non poter interagire dal vivo con i propri coetanei. Un’attività fondamentale durante la fase più delicata della crescita.
Ovviamente vanno aggiunti a questa disamina tutti coloro che a prescindere dalla loro carta d’identità soffrono a prescindere di patologie psicologiche. Ansia, depressione, abuso d’alcol, ipocondria e disturbi ossessivo-compulsivi sono tra le problematiche che questa brutta storia può lasciare in dote.