Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha consigliato al Governo di estendere il beneficio senza distinzioni per uscire dalla crisi economica dovuta al coronavirus
Nell’ultimo anno si è parlato tanto di Reddito di Cittadinanza per aiutare gli italiani ad avere un’entrata durante la ricerca di un impiego lavorativo. Tra polemiche, pareri positive e i soliti furbetti, la misura a tutela di coloro che faticano a trovare un occupazione ha preso forma.
Stavolta questo strumento potrebbe essere determinante per uscire dalla crisi economica derivante l’epidemia di Coronavirus, che continua ad imperversare in maniera drastica nel Bel Paese, in particolar modo nella parte settentrionale. Infatti, le misure prese in considerazione dal decreto “Cura Italia” potrebbero non bastare per sopperire a questa situazione anomala. Soprattutto se il regime di quarantena forzata dovesse essere prolungato oltre il termine del 3 aprile (al momento appare più che probabile).
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Coronavirus, Reddito di cittadinanza a tutti per risollevare l’economia nazionale
Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha lanciato un assist al governo per cercare di aiutare ancor di più le famiglie e in generale i cittadini. Nella fattispecie l’idea è quella di estendere il Reddito di Cittadinanza a tutti, senza nessun genere di distinzione. D’altronde in altri paesi come Hong Kong e Stati Uniti stanno ponderando circa la possibilità di concedere ai soggetti maggiorenni un assegno mensile. Un incentivo importante per cercare di far ripartire al meglio l’economia una volta terminata l’epidemia.
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Ritornando all’Italia secondo Tridico, il provvedimento si potrebbe attuare tenendo in considerazione l’ISEE corrente, in modo tale da poter aiutare anche chi ha perso il lavoro a causa del coronavirus e chi ha subito una drastica riduzione del reddito.
D’altronde il premier Conte aveva annunciato che il decreto “Cura Italia” era solo la fase embrionale di un piano per permettere agli italiani di non cadere nello sprofondo più totale. Un ulteriore aiuto potrebbe arrivare anche grazie ai fondi della Banca Centrale Europea. Così si potrebbero includere quasi tutte le categorie, tra cui anche coloro che sono in cassa integrazione e i disoccupati (per cui al momento non c’è un vero e proprio sostegno).