Marco Cossolo a Storie Italiane: “Contro le attività di sciacallaggio”

Marco Cossolo è in onda adesso a Storie Italiane in collegamento per parlare dell’argomento mascherine riguardo l’emergenza del Coronavirus.

Marco Cossolo
screenshoot preso da Google

Storie Italiane è tornato in onda con una nuova puntata come sempre condotta da Eleonora Daniele, che con i pochi ospiti in studio e con i vari collegamenti da al pubblico di Ra Uno tutti gli aggiornamenti sull’emergenza del Coronavirus.

Dopo le notizie rilasciate ieri dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dopo l’annuncio dell’emergenza, ufficialmente definita pandemia, ha parlare è il  presidente di Federfarma.

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Marco Cossolo: “Parte civile contro gli sciacalli”

Marco Cossolo, presidente di Federfarma è adesso in collegamento in diretta su Rai Uno per Storie Italiane per parlare delle mascherine che in questo periodo sono difficili da trovare.

“Siamo pronti a costituirci parte civile contro gli sciacalli e contro chi specula e vende le mascherine a prezzi altissimi, stiamo cercando di risolvere il problema legato alle farmacie sprovviste e per questo mi permetta anche di ringraziare i tanti volontari che ci stanno aiutando in questi giorni e che sono degli eroi” ammette il presidente.

Solo qualche giorno fa, Cossolo aveva fatto sapere di aver mandato una nota al Ministro Speranza per assicurare la massima disponibilità delle farmacie a collaborare per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19.

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La lettera per il Ministro Speranza

“Faccio seguito alla mia nota del 4 marzo, per confermarle, ancora una volta l’incondizionata disponibilità di questa Federazione e dell’intera categoria a fornire ogni utile ausilio per fronteggiare l’aggravato contesto emergenziale. Mi riferisco in primo luogo, all’ineludibile esigenza di dotare i farmacisti italiani di idonei dispositivi di protezione individuale, tali da garantirne l’incolumità nel continuo e diuturno contatto con un’utenza potenzialmente affetta dal virus… E’ di tutta evidenza, infatti, che la carenza di detti dispositivi pone a serio repentaglio la salute di coloro i quali, operando in farmacia, risultano maggiormente esposti al rischio di contrarre il virus, con le facilmente immaginabili conseguenze deleterie che verrebbero a determinarsi qualora si fosse costretti a chiudere la farmacia per motivi sanitari e di salute pubblica” queste erano state alcune delle parole della lettera mandata al ministro Speranza.

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