Parallelamente alla diffusione del coronavirus sono aumentate anche i tentativi di truffe sia faccia a faccia che online. Ecco come funzionano
Nemmeno l’emergenza derivante dalla rapida espansione del Covid 19 ferma certi loschi individui, che anzi hanno intensificato le loro becere attività. Approfittando della situazione di incertezza e di panico che si è venuta a creare, questi criminali hanno ideato alcune strategie per cercare di raggirare le persone per appropriarsi dei propri beni o dei propri dati sensibili (che al giorno d’oggi hanno una valenza fondamentale).
Un esempio in tal senso ci arriva dalla Toscana, nello specifico dalla provincia di Pistoia, dove molte persone, in particolar modo anziane, hanno ricevute delle telefonate di sedicenti membri della protezione civile regione Toscana (sezione provincia di Firenze) che chiedeva se qualcuno in famiglia avesse sintomi influenzali. La telefonata poi si concludeva con la presa di un appuntamento per il giorno seguente per effettuare il tampone con la banale scusa che la regione ha deciso di farlo a tappeto a tutti. La polizia ha prontamente avvisato che si tratta di una truffa per intrufolarsi a casa della gente per poi effettuare meschini furti. Dunque la raccomandazione diffusa è quella di non aprire a nessuno (anche per ridurre il rischio contagio).
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Coronavirus, i dettagli sulle truffe online di questa delicata fase
Contestualmente le forze dell’ordine hanno fatto sapere di un nuova truffa online naturalmente sfruttando il Covid 19. Il phishing in questo caso avviene tramite la email di una tale dottoressa Penelope Marchetti (è bene quindi annotare questo nominativo), presunta esperta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia. Il messaggio di primo impatto anche per la proprietà di linguaggio con cui si presenta, può essere ritenuto veritiero. Ma è bene diffidare. Subito dopo viene proposto un link su cui cliccare per accedere alle corrette informazioni sulle misure preventive relative al virus proveniente dalla Cina. Il bug nascosto in un archivio Javascript è però solo un perfido tentativo di impadronirsi dei nostri dati sensibili.