Durante il consueto appuntamento con Che tempo Che fa, il conduttore Fabio Fazio si esprime sul Coronavirus e stavolta si infuria: le sue parole
Un nuovo appuntamento con la nota e seguita trasmissione Che tempo Che fa, condotta come tutti i telespettatori sicuramente sapranno da Fabio Fazio: impossibile non discutere del tema relativo all’epidemia del Coronavirus, e in questa occasione il presentatore si infuria.
Nel corso della puntata di domenica 8 marzo infatti, in apertura, Fazio ha mostrato tutto il proprio disappunto con sguardo serio, su un dettaglio che si sta moltiplicando sui social, e che era stato preannunciato proprio durante le puntate precedenti delle trasmissione.
Prima di ricevere in studio il dott. Roberto Burioni infatti, per analizzare gli aggiornamenti sull’epidemia, il conduttore si è sfogato guardando in camera.
“Oggi va di moda inviare messaggi sui social dicendo di restare a casa, ma noi lo diciamo da settimane. Dal 22 gennaio”, spiega Fazio riferendosi chiaramente all’epidemia del Coronavirus e agli appelli che in queste ore si susseguono da parte dei vip.
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FABIO FAZIO TUONA SUL CORONAVIRUS: IL SUO SFOGO AFFIDATO A CHE TEMPO CHE FA
si sfoga dunque Fabio Fazio in apertura del consueto appuntamento con Che Tempo Che fa, il programma da lui condotto, prima di accogliere in studio il dott. Roberto Burioni per discutere e analizzare la situazione dell’epidemia del Coronavirus in Italia.
La sua affermazione, in merito agli appelli che il conduttore rivendica di aver fatto già da tempo, è una risposta piccata ma con tono serio, destinata a tutti coloro che lo hanno criticato.
Sono in tanti infatti ad aver giudicato le sue parole e i suoi atteggiamenti eccessivi; lo stesso giudizio, inoltre, ha convolto anche lo stesso Dottor Roberto Burioni, che da tempo lancia appelli in merito.
Il pensiero del conduttore, affermato con fermezza, oggi si rivela essere veritiero, considerando la situazione generale in Italia che è andata via via peggiorando, con il numero di contagi in crescita, così come per i ricoveri in terapia intensiva e sub intensiva e, purtroppo, i decessi.