La Dott.ssa Silvia Rosati dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Spallanzani” chiarisce la casistica nella quale è necessario fare il tampone
Intervenuta durante la trasmissione Mattino Cinque, condotta da Francesco Vecchi e Federica Panicucci, in onda su Canale 5, la Dott.ssa Rosati ha gettato un po’ di luce sulla questione tamponi. Ha chiarito quando è necessario eseguire un test e quando non è richiesto.
Queste le sue parole: “La necessità di effettuare il tampone è limitata ad alcuni casi – spiega il medico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” – il paziente è necessario che sia sintomatico. Cioè abbia febbre, abbia tosse e secchezza delle vie aeree superiori e poi abbia nella sua storia un contatto stretto”.
Il concetto di ‘contatto stretto’ riguarda, riprendendo la definizione della dottoressa, “un contatto ravvicinato con una persona cui è stata fatta diagnosi di infezione da Coronavirus. Per contatto prolungato si intende un’ esposizione superiore ai 10-15 minuti”. In tutti questi casi, dunque, è possibile eseguire il test del tampone.
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Ecco quando non è necessario fare il tampone. La Dott.ssa Rosati illustra anche il periodo dei 14 giorni di isolamento domiciliare
L’emergenza Coronavirus sta causando preoccupazioni e disagi in tutta la Penisola. Le recenti disposizioni prevedono che l’intera nazione sia considerata zona protetta. Le persone sono esortate a non uscire di casa, se non per ragioni di lavoro o necessità. Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo provvedimento che può essere definito #iorestoacasa. In una situazione così drammatica, a soffrirne è anche e soprattutto il sistema sanitario, impegnato su ogni fronte. La questione dei tamponi, che possono identificare la positività o la negatività al virus, è un argomento di grande importanza.
A Mattino Cinque, la Dott.ssa Rosati ha esemplificato la circostanza in cui non si ritiene necessario eseguire il test del tampone. Tale situazione avviene quando non si presenta una sintomatologia grave. “Il fatto di essere affetto da infezione da Coronavirus, se questo non è accompagnato ad una sintomatologia preoccupante, ci impone di stare a casa e di rispettare delle regole di isolamento domiciliare – ha detto la dottoressa – sapere se sono positiva o meno non cambia. Il comportamento deve essere responsabile: evitare in qualche modo di diffondere l’infezione”.
Per quanto riguarda la questione del periodo di quarantena ha affermato: “I 14 giorni sono reali. Se nei 14 giorni successivi al contatto stretto non ci sono sintomi, finito il periodo di questi giorni, io mi posso considerare un cittadino libero. Ovviamente libero di muovermi secondo le restrizioni poste dal governo, ma non sono più considerato un paziente da osservare per l’eventuale sviluppo di malattia”.
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