Tante sono le persone che soffrono di colesterolo alto e in molti si chiedono se è comunque possibile consumare le uova: la verità arriva dalla scienza
Il colesterolo alto, purtroppo, affligge molte persone e in tanti si chiedono quali alimenti è possibile mangiare, soprattutto se le uova sono ammesse: la verità arriva direttamente dalla scienza.
In diversi anni di ricerche e studi sull’argomento, gli scienziati hanno redatto diverse linee guida in merito alla questione dell’assunzione delle uova e in conclusione hanno spiegato che il consume dev’essere moderato soprattutto per quanto concerne i tuorli.
Ogni uovo, al suo interno, ha ben 186 mg di colesterolo cioè più della metà di una dose per una persona in perfetta salute. L’albume, come in molti sicuramente già sapranno, ha al suo interno molte proteine.
L’Università del Connecticut ha studiato proprio gli effetti delle uova suoi pazienti affetti da colesterolo alto. Lo studio, svolto nel 2013, consiste nel dare ad alcune persone ogni giorno le uova intere e capirne gli effetti.
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Colesterolo e uova, fanno davvero male? I risultati della ricerca
Il colesterolo alto può effettivamente essere un problema sopratutto quando si parla di alimentazione e di consumo di alcuni alimenti in particolare come ad esempio le uova. Gli scienziati, però, si sono pronunciati e hanno decretato che l’assunzione va bene, ma bisogna stare attenti alle quantità.
Ovviamente, chi ha un leggero aumento sul colesterolo alto rispetto a quello normale non ha motivo di preoccuparsi. L’assunzione delle uova, invece, va limitata nei casi in cui il colesterolo LDL è particolarmente alto.
Anche nel 1992 è stato condotto uno studio in merito, gli scienziati all’epoca scoprirono che tali condizioni di salute portavano diverse problematiche cardiovascolari.
Le quantità di uova da consumare variano da persona a persona, infatti, gli scienziati hanno dichiarato che le persone senza questa patologia possono consumare fino a tre uova al giorno, mentre per quanto riguarda i soggetti a rischio bisogna rivolgersi al proprio medico di fiducia.
