Assurdo se ci si pensa, ma pare che tutto era stato previsto, o quanto meno, profetizzato. In un libro, Dean Koontz sembrava sapere dell’arrivo del virus
Forse, solo una suggestiva teoria, ma che fa davvero impressione, se solo ci si fermi a pensarci. In un libro del 1981, ben trentanove anni fa, Dean Koontz, uno scrittore americano, sembra far riferimento al Coronavirus.
Koontz, durante la narrazione del suo thriller infatti, si sofferma a descrivere un’epidemia, nata proprio nelle centrali di Wuhan, creata in laboratorio.
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Coronavirus, il libro in cui era stato previsto tutto
Davvero incredibile. Sembrerebbe che il Coronavirus, possa essere stato profetizzato ben trentanove anni fa, in un thriller dello scrittore statunitense, Dean Koontz, oggi settantaquattrenne. Koontz, nel suo libro intitolato “The eyes of darkness”, fa infatti riferimento ad un’arma voluta dai cinesi, chiamata Wuhan-400, prendendo il nome proprio dalla città in cui viene creato, la stessa dal quale sembra aver preso vita il Coronavirus. Tra l’altro, Koontz parla proprio di un’arma perfetta perché in grado di colpire solo il genere umano, e nel romanzo, viene fuori anche il nome dello scienziato, che l’avrebbe creata, Li Chen.
Il nome fittizio ed un’epidemia così pericolosa, non lascerebbero intendere nulla di così strano, ma il fatto che lo scrittore abbia scelto proprio Wuhan per un’arma da laboratorio, lascia davvero perplessi. Tuttavia, il giornalista informatico, Paolo Attivissimo ha provato a cercare una spiegazione, placando i toni su una possibile profezia oscura e cercando di dare un nome a queste coincidenze. “È inevitabile” – dice Attivissimo – “Che tra i milioni di libri scritti, prima o poi qualcuno ci azzecchi” lasciando intendere che probabilmente, è stata semplicemente scelta in questo caso una città che poi, tragicamente, sarebbe diventata quella colpita nella realtà. Attivissimo tra l’altro, torna anche su un altro avvenimento: “Koontz ha pubblicato più versioni del suo romanzo cambiandone i dettagli. In quella originale, uscita nel 1981, non si parla di Wuhan ma della città sovietica di Gorki, e del virus Gorki-4”. Vista poi la scomparsa dell’Unione Sovietica, lo statunitense scelse poi la Cina, rendendola pubblica dalla versione del 1996.