Un video che è come un pugno allo stomaco. La commozione di una madre che riabbraccia la figlia morta, lascia senza fiato
Quando la tecnologia fa miracoli. E’ il caso di una madre, Jang, che è riuscita a riabbracciare la figlia tre anni dopo la sua morte grazie a un visore VR, all’interno di un vero e proprio ambiente digitale creato per il documentario “I met you” dell’emittente sudcoreana Munhwa Broadcasting.
Non c’è dolore più atroce al mondo della perdita di una persona cara, addirittura del proprio figlio, specie se si tratta di una bellissima bambina di 7 anni scomparsa in seguito a un male incurabile.
E così, il sogno di una mamma sudcoreana di rivedere la figlia, di nome Nayeon, scomparsa prematuramente si realizza attraverso la realtà virtuale.
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Il miracolo reso possibile dalla tecnologia
La tecnologia spalanca le porte a una dimensione nuova: quella in cui un viaggio virtuale colma l’enorme vuoto lasciato dalla perdita di una persona amata, ricreando un piccolo angolo di felicità in cui noi mortali facciamo ancora in tempo a rivelare ai nostri cari tutto ciò che, in quegli attimi di vita reale, non siamo riusciti a dimostrare.
E così, davanti alla commozione di suo padre e dei fratelli, Nayeon si è materializzata nella sua forma digitale davanti agli occhi increduli della madre, che ha trascorso con lei un intero giorno, riuscendo persino a spegnere con lei le candeline per il suo compleanno.
Jang ha toccato il cielo con un dito e la sua grande commozione ha fatto il giro del mondo. Ha rivisto sorridere la figlia e ha potuto parlare con lei in un epilogo carico di emozione e lacrime in cui la bimba le regala un fiore bianco e le si addormenta accanto liberando farfalle dalla sua anima.
“Ho vissuto un momento felice, il sogno che ho sempre voluto vivere” ha poi dichiarato Jang, con la voce rotta dal pianto.
Video tratto dal canale Youtube MBCdocumentary
In America la realtà virtuale viene utilizzata come terapia del dolore nei giovani pazienti in alcuni ospedali. Secondo una ricerca condotta da Lenovo, in collaborazione con l’organizzazione no-profit americana Starlight Children’s Foundation, l‘utilizzo dei visori durante alcuni interventi evita azioni più invasive e riesce a “distrarre” e lenire le sofferenze dei giovanissimi pazienti, con enormi miglioramenti nella riduzione di qualsiasi somministrazione farmacologica.
I visori sono dunque utilizzati tramite il supporto dell’organizzazione nella terapia del dolore nell’ambito del progetto Starlight Virtual Reality.