La nuova versione comparirà nel Messale dopo Pasqua, ma verrà recitata dai fedeli dalla prima domenica di Avvento.
Per volere di Papa Francesco il Padre Nostro sarà un pò diverso e cambierà una frase che era al centro di numerosi dibattiti. Dopo Pasqua il nuovo Messale, cioè il libro che per così dire guida la celebrazione, in cui sono raccolte le preghiere e le formule utilizzate nel corso del rito, riporterà la formula “e non abbandonarci alla tentazione” al posto dell’attuale “e non indurci in tentazione”.
Per i fedeli, la Cei ha stabilito che l’uso liturgico della preghiera modificata sarà introdotto a partire dalle messe della prima domenica di Avvento, il 29 novembre.
E’ quanto ha anticipato monsignor Bruno Forte all’Agenzia di stampa AdnKronos. L’arcivescovo di Chieti e Vasto e teologo fra i più influenti in Vaticano, a margine del Forum internazionale di Teologia in corso alla Pontificia Università Lateranense, ha dato questa notizia in anteprima.
La frase in questione era considerata “contraria” al senso della preghiera stessa e così, dopo anni di riflessioni la Cei, sollecitata da Papa Francesco, è intervenuta su questo punto.
In effetti, per come era formulata prima la frase della preghiera, sembrava proprio che il volto paterno di Dio, “fosse addirittura all’origine del nostro cadere nelle tentazioni. La nuova traduzione recupera la dimensione paterna di un Dio che non ci abbandona neppure nel momento della tentazione, che non viene risparmiato a nessuno”. Così ha riferito monsignor Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta e presidente della Commissione episcopale Cei per la liturgia.
Un iter piuttosto lungo che è durato complessivamente circa 16 anni. Tanto c’è voluto per migliorare e studiare i testi contenuti del Messale Romano.
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Tra le novità introdotte ci sono anche traduzioni ritenute più efficaci al senso originario del “Gloria”. In particolare invece di dire “Pace in terra agli uomini di buona volontà” la nuova formulazione sarà: “Pace in terra agli uomini, amati dal Signore”.
Come si abitueranno i fedeli al cambiamento di una preghiera così radicata nel nostro credo? Secondo monsignor Claudio Maniago, “quello che si creerà di fronte al Padre Nostro e al Gloria credo sarà uno sconcerto facilmente superabile, anche in virtù di una spiegazione che comunque sarà fatta. La pubblicazione del Messale avrà bisogno di un’attenta operazione di accompagnamento nelle Chiese locali”.
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