Un altro prodotto è stato ritirato nelle ultime ore a causa della presenza di plastica al suo interno: ecco di quale alimento si tratta
Ennesimo prodotto ritirato dal commercio, questa volta però non è a causa del rischio microbiologico ma per la presenza di plastica al suo interno: ecco di quale alimento si tratta.
L’allarme è stato dato dall’RASFF e si tratta del tonno in scatola in olio d’oliva proveniente dall’Italia e venduto a Malta di cui al momento non si conosce il marchio.
Secondo Giovanni D’Agata (il presidente dello Sportello dei Diritti), il tonno in questione è già presente in alcune case e, molto probabilmente, nei prossimi giorni sarà consumato.
Il caso in questione potrebbe essere piuttosto grave soprattutto perché fa comprendere le poche norme e i pochi controlli che vi possono essere all’interno delle diverse filiere ed aziende.
Ovviamente, esistono alcuni casi in cui anche se le filiere tengono i propri prodotti e le conserve sotto stretto controllo non vi è la possibilità di evitare alcuni incidenti ti percorso. L’allarme, infatti, fa luce su quelle aziende che, pur conoscendo le norme in vigore, non ne tengono conto.
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Prodotto ritirato: tonno in scatola con all’interno frammenti di plastica
Un altro prodotto è stato dunque ritirato e questa volta l’alimento incriminato è il tonno in scatola immerso in olio d’oliva proveniente dall’Italia e venduto a Malta.
Il tonno in questione, come già detto nel paragrafo precedente, avrebbe al suo interno un quantitativo di plastica tale da far scattare l’allarme dell’RASFF.
Spesso, come ricorda l’RASFF, i casi di plastiche all’interno dei pesci può sfuggire al controllo delle aziende produttrice. Il problema è chi non osserva la legge e non tiene conto delle diverse norme da seguire.
Molti studi, condotti nell’ultimo periodo, hanno dimostrato come all’interno dei vari organismi marini siano presenti un grosso quantitativo di microplastiche che, in molti casi, vengono eliminati prima della messa in vendita.
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Purtroppo, però, alcune microplastiche non vengono eliminate perché restano incastrate nei tessuti dell’animale e all’interno dell’apparato digestivo.