L’avevano promessa e non si è fatta attendere: la chiamano “operazione Soleimani Martire” e già si contano numerose vittime.
Viedo tratto da NBC News
Nella notte, alla stessa ora della morte di Soleimani, due basi Usa sono state bombardate da una pioggia di missili. Il bilancio parla, al momento di almeno 80 morti.
I missili, circa una ventina, sono stati lanciati contro le due basi che ospitano militari Usa: al-Asad e Erbil, dove è presente anche il contingente italiano. I militari sarebbero tutti illesi. E’ questa la risposta dell’Iran all’uccisione del generale Qassem Soleimani.
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Secondo quanto ha riferito da una fonte anonima al quotidiano Usa Today, le truppe americane di stanza nella base irachena di Ain Assad, nella regione occidentale di Anbar, sono state preallertate dei missili iraniani in arrivo e sono riuscite a mettersi al sicuro.
L’attacco iraniano è stato massiccio, ma evidentemente “il sistema di preallarme ha funzionato”.
La risposta del Presidente Americano si legge su twitter: “Tutto bene! Missili lanciati dall’Iran su due basi militari situate in Iraq. In corso la valutazione delle vittime e dei danni. Finora tutto bene! Abbiamo di gran lunga l’esercito più potente e ben equipaggiato del mondo! Rilascerò una dichiarazione domani mattina”. Cosi’ Donald Trump sul social.
La Guardia Rivoluzionaria annuncia: “La feroce vendetta è iniziata”.
Intanto sul piano economico la prima conseguenza è stata quella di un’impennata dei costi del petrolio. Mentre anche la Terra sembra reagire con una scossa di terremoto di 4.5 proprio vicino a un impianto nucleare iraniano.
La televisione iraniana ha annunciato che il presidente Rohani pronuncerà oggi stesso un discorso. Intanto il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif ha scritto su twitter “Noi non vogliamo l’escalation verso la guerra, ma ci difenderemo contro l’aggressione“. Egli stesso ha poi definito l’attacco missilistico contro le basi Usa in Iraq una “misura proporzionata di autodifesa”.
Ma per il senatore repubblicano Lindsey Graham, uno dei principali alleati di Trump, la decisione di Teheran è stata “un atto di guerra secondo ogni ragionevole definizione“. “Il presidente Trump ha tutta l’autorità di cui ha bisogno per rispondere”