Pietro Genovese oggi davanti al Gip. Le domande a cui dovrà rispondere.

Troppe domande non hanno ancora risposta in merito all’incidente di Corso Francia in cui hanno perso la vita le due sedicenni Gaia e Camilla.

Pietro Genovese
Pietro Genovese (foto Facebook)

Non è ancora chiaro come siano andate davvero le cose in quella maledetta serata romana che ha portato alla morte le due giovanissime Gaia e Camilla.

Le testimonianze di chi era sul posto in quel momento sono discordanti. C’è chi dichiara che le due giovani fossero sulle strisce pedonali e chi è sicuro di averle viste scavalcare il guardreil; chi dice di averle viste passare con il rosso e chi con il verde; chi ancora parla di una macchina sopraggiunta ad alta velocità e chi invece sostiene che la velocità sarebbe stata contenuta poiché la macchina era appena ripartita, essendo scattato il semaforo verde.

Insomma oggi, durante l’interrogatorio di garanzia, saranno molte le cose da capire per arrivare alla verità. Il giovane potrebbe tuttavia anche avvalersi della facoltà di non rispondere oppure fare delle dichiarazioni spontanee.

Intanto Pietro Genovese , figlio del regista Paolo Genovese, continua a piangere e a ribadire che lui le due ragazze non le ha proprio viste perchè sono sbucate dal nulla.

Il 20enne, agli arresti domiciliari dal 26 dicembre, è ancora sotto choc e continua a ripetere di non aver visto nulla. Probabilmente domani saranno ascoltati anche i suoi due amici che erano in macchina con lui quella sera. Gli inquirenti sperano poi di poter ricevere tutto l’aiuto possibile dalle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.

COSA ERA EMERSO DAI PRIMI INTERROGATORI

Suv Genovese
Suv coinvolto nell’incidente di Corso Francia (foto web)

Per il Gip il comportamento di Gaia e Camilla ha concorso «alla causa del sinistro mortale», ma secondo l’avvocato della famiglia di Camilla le ragazze avevano cominciato l’attraversamento con il verde. Purtroppo il semaforo in quel tratto non prevede il giallo per cui le sedicenni si sarebbero trovate in mezzo alla strada quando è scattato il rosso per i pedoni.

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Certo è che Pietro Genovese si era messo alla guida con un tasso alcolemico di 1,4, quindi superiore al limite consentito per legge. Dalle sue analisi sono emerse anche tracce di droga, ma nessuna analisi tecnica ha dimostrato che abbia agito in “stato di alterazione” poichè probabilmente l’uso di stupefacenti si riferiva a qualche sera prima dell’incidente.

Per avere dettagli sull’eventuale consumo di droga gli inquirenti potrebbero sentire alcuni degli ospiti della serata a cui partecipò anche Genovese.

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