Dopo l’ordinanza del Tribunale di Roma, arriva il reclamo di Facebook contro la riapertura delle pagine di CasaPound: ecco cosa sta succedendo al riguardo
Arrivano novità in merito al caso Facebook – CasaPound, dopo l’ordinanza del Tribunale di Roma del 12 dicembre, in cui veniva sancita la vittoria del partito di estrema destra ai danni del colosso dei social e l’immediata riaperture delle pagine.
Come fa sapere il Corriere della Sera infatti, mediante una nota inviata da un portavoce di Facebook, quest’ultima ha deciso di presentare un reclamo in opposizione alla suddetta ordinanza.
Nel mese di settembre il social network aveva deciso di eliminare sia da Facebook che da Instagram CasaPound. La decisione, dopo la violazione della policy in merito alle organizzazioni pericolose.
Nell’ordinanza di dicembre, si leggeva: “Il soggetto che non è presente su Facebook è di fatto escluso (o fortemente limitato) dal dibattito politico italiano, come testimoniato dal fatto che la quasi totalità degli esponenti politici italiani quotidianamente affida alla propria pagina Facebook i messaggi politici e la diffusione delle idee del proprio movimento”.
Questa la motivazione a supporto della decisione intrapresa. Oggi arriverà però il reclamo di Facebook a tale misura.
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FACEBOOK SI OPPONE CON UN RECLAMO ALLA RIAPERTURA DELLE PAGINE: LA MOTIVAZIONE
Continua a tenere banco, dunque, la vicenda che vede coinvolti CasaPound e il colosso Facebook. Il caso, in seguito alla chiusura delle pagine del partito e all’ordinanza del 12 dicembre del Tribunale di Roma. In tale ordinanza si ordinava proprio al social network di disporre la riapertura delle stesse.
Come spiega il Corriere della Sera, attraverso una note di un portavoce del suddetto colosso, oggi 27 dicembre arriva il reclamo a tale misura.
“Non vogliamo – si legge sul Corriere – che le persone o i gruppi che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono utilizzino i nostri servizi, non importa di chi si tratti.”
Per tale ragione, viene spiegato, esiste la policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose che si occupa di vietare a chi fa uso di “odio organizzato”, di impiegare i servizi offerti.
Poi, si legge ancora: “Partiti politici e candidati, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia”.
Tra le prove presentate da Facebook ed elencate dal Corriere della Sera, ci sono alcune attività. Tra cui ad esempio un evento omaggio per Mussolini nell’ottobre 2019.