Un bambino autistico è stato escluso dalla recita natalizia, la mamma in lacrime: “Sogno infranto da chi lo ha emarginato invece di integrarlo”. Le parole della dirigente scolastica
E’ successo in una scuola del napoletano, dove un bimbo di 5 anni, diversamente abile, è stato arbitrariamente escluso dalla recita scolastica di Natale perché non in grado di stare in fila e perché, a differenza degli altri bambini, non riesce a parlare. Il bimbo aveva regolarmente versato la sua quota per acquistare i dolci ed un regalino al personale scolastico, solo successivamente la mamma ha tristemente scoperto che il bimbo era stato escluso dalle rappresentazione.
Il bimbo, affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo e sospetto autismo (sono al momento in corso gli accertamenti medici che possano confermare o negare la diagnosi), è stato dunque escluso senza che venisse preventivamente interpellata la mamma, la quale ha scoperto l’esclusione del figlio dalla recita scolastica tramite un gruppo WhatsApp di mamme. Infuriata, la donna riceve un messaggio da parte della maestra che le spiega le motivazioni alla base dell’esclusione, pur asserendo che avrebbe parlato della problematica prima con lei. Tuttavia il bimbo sarebbe stato escluso a priori dalla lista dei partecipanti.
L’accaduto, verificatosi a pochi giorni dalla giornata mondiale dei diritti dei bambini, ha arrecato molto dolore alla madre che, in lacrime, dichiara: “Lo so che il mio piccolo non avrebbe partecipato, so che non parla e non riesce a stare in fila, non c’è bisogno che lo sottolineasse la maestra, ma per me era importante anche solo vedere il suo nome su quella lista e vederlo quel giorno lì, a saltare e divertirsi a modo suo, a vedere quel suo sorriso dolce, sogno infranto da chi lo ha emarginato invece di integrarlo”.
Emerge dunque una problematica molto forte legata al tema dell’inclusione scolastica e soprattutto di personale che sia in grado di realizzarla, mentre a volte ci si scontra con realtà molto al disotto delle aspettative e soprattutto realtà che non si vorrebbero mai riscontrare.
La dirigente scolastica, interpellata dai genitori, ha fatto sapere che il piccolo non era ancora stato inserito nella 104, quindi ad oggi risultava privo di un insegnante di sostegno e dunque andava trattato come un “bambino normale”.
Questa la replica della madre: “E’ vero, Andrea non ha la 104 e l’insegnante di sostegno, ma questo lo sanno benissimo poiché sono in possesso della diagnosi funzionale e di tutte le certificazioni ufficiali, anche della struttura dove il bambino è in cura e, soprattutto, poiché il piccolo non è autosufficiente, oltre alla retta ricevono un extra per assisterlo nei suoi bisogni primari”.
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