A Losanna il Wada ha deciso la pena da attribuire alla Russia in merito alla recidività di falsificazione dei documenti antidoping dei propri atleti
La Russia rischia seriamente l’esclusione dai giochi olimpici di Tokyo del 2020 e dai giochi invernali di Pechino in programma nel 2022. La Wada, agenzia mondiale antidoping, al termine della riunione del Comitato esecutivo a porte chiuse, ha deciso la sensazione da comminare alla federazione russa in merito alla questione doping. Pare infatti che più volte Mosca abbia falsificato più volte i documenti antidoping dei propri atleti con il chiaro intento di difenderli ed occultare la verità in merito.
La comunicazione ufficiale avverrà in giornata, ma il provvedimento sarà quello sopracitato, che riscrive la storia dello sport. Infatti mai prima d’ora era stata applicata una sanzione simile. Il portavoce della Wada ha esternato che la decisione è stata presa all’unanimità dai dodici membri del Comitato esecutivo. Insieme hanno approvato l’elenco completo delle raccomandazioni (sanzioni), a cui i russi dovranno per forza di cose attenersi.
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Dunque per gli atleti russi la prospettiva è quella di partecipare ai giochi olimpici e alle prossime manifestazioni iridate sotto una bandiera neutrale, visto che l’esclusione riguarda in primis la bandiera dello stato sovietico.
Dunque adesso alla Russia non rimane che presentare il ricorso al Tas (Tribunale arbitrale internazionale dello sport) entro 21 giorni, per scongiurare una situazione che sarebbe tanto incresciosa, quanto paradossale.
Non vedere la Russia sfilare con la propria bandiera sarebbe una novità clamorosa per tutti, anche perchè essendo una delle nazioni di più grandi del mondo, è anche tra quelle che concorrono a vincere la speciale gara dei medaglieri tra le varie nazioni. In tal senso possono quindi “gioire” Stati Uniti e Cina, che notoriamente sono coloro che si contendono il maggior numero di medaglie.
Il vice capo dell’agenzia antidoping russa (Rusada) Margarita Pakhnotskaya, ha commentato l’accaduto con dispiacere, ma allo stesso tempo se lo aspettava. Si è inoltre detto poco fiduciosa sulle possibilità di vincere il ricorso al Tas. Ciò non toglie la voglia di difendere gli atleti russi che con questa storia non c’entrano nulla.
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