Marta Calvo, la donna scomparsa un mese fa in Spagna, è stata uccisa: le dichiarazioni discordanti dell’uomo con la quale pare abbia avuto una relazione.
Dramma consumatosi in Spagna, uccisa e fatta a pezzi Marta Calvo, la giovane di 25 anni che era scomparsa circa un mese fa.
Anche questo tragico evento rientra nelle categorie dei femminicidi che continuano a moltiplicarsi giorno dopo giorno in questa società impazzita.
I dati sono allarmanti e i numeri di omicidi sulle donne per mano di uomini sono in costante aumento, segnando un femminicidio almeno ogni 72 ore.
È un allarme spaventoso, frutto di ignoranza e poca educazione ai sentimenti che purtroppo la nostra società porta avanti.
Soltanto pochi giorni fa, il 25 novembre 2019 si era svolta la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e oggi si parla ancora dell’ennesimo caso di brutale omicidio.
Marta Calvo era scomparsa i primi di novembre, dopo aver inviato l’ultimo messaggio della sua vita alla madre.
È stata proprio quest’ultima ad allarmarsi dopo un paio di giorni che non sentiva la ragazza, e per tale motivo aveva deciso di allertare le forze dell’ordine denunciandone la scomparsa.
Proprio grazie a quel messaggio inviato alla madre, si è stati in grado di rintracciare la geolocalizzazione di Marta, che si trovava nel momento dell’invio dell’ultimo messaggio a casa di un uomo.
Il gps ha consentito di individuare l’indirizzo del trentottenne Jorge Ignacio T. J., colombiano con precedenti di droga.
L’uomo inizialmente aveva negato agli investigatori di conoscere la ragazza, salvo poi smentirsi durante un interrogatorio in cui ha ritrattato la confessione e a dichiarato che la donna fosse morta in seguito a un incidente, dopo una notte di sesso e droga.
Sempre secondo le dichiarazioni dello stesso Jorge, per non far risalire il decesso a lui, aveva deciso di liberarsi del corpo per poi fuggire.
Il cadavere della donna però non è stato ancora ritrovato e pare che l’uomo l’avesse fatto a pezzi e gettato in uno o vari cassonetti della spazzatura.
Secondo la stampa locale, le autorità hanno dunque deciso di interrompere il trattamento dei rifiuti nell’impianto di Guadassuar, quello più vicino al luogo dov’è scomparsa la donna.
Gli inquirenti hanno comunque dichiarato che le indagini continuano a proseguire, lasciando aperte più porte, nonostante la confessione dell’uomo.
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