Alessia Logli, figlia di Roberta Ragusa, rompe il silenzio con un post su Instagram in cui mostra i segni del suo dolore. Ecco i comportamenti che hanno inchiodato il padre
Non aveva parlato quasi mai in pubblico Alessia Logli, la figlia diciannovenne di Roberta Ragusa, la imprenditrice pisana scomparsa nel nulla il 13 gennaio 2012 per il cui omicidio e conseguente distruzione di cadavere è stato condannato in via definitiva a vent’anni di carcere il marito Antonio Logli.
Adesso invece Alessia rompe il silenzio su instagram dedicando il suo primo tatuaggio alla mamma scomparsa: “Una mamma ti insegna a vivere, a rialzarti quando cadi, a lottare con tutte le tue forze in ciò in cui credi. Ma soprattutto una mamma ti ama incondizionatamente, un amore che dura per sempre, un po’ come l’inchiostro di un tatuaggio impresso sulla pelle. A te, mamma, che eri, sei e sarai sempre parte di me”.
La ragazza, undicenne all’epoca dei fatti, in una trasmissione televisiva aveva detto che certo non esiste la famiglia del Mulino Bianco, ma almeno all’epoca ne aveva una di famiglia e di Roberta ha raccontato che era una mamma premurosa, mentre aveva delle incomprensioni con il papà: “Con il papà c’erano delle incomprensioni come succede a tutte le adolescenti. Scatti d’ira del babbo? Nella norma”.
Sempre su Instagram la ragazza dice: “Ci insegnano a contare i secondi, i minuti, le ore, i giorni, gli anni. Ma nessuno ci spiega il valore di un attimo”.
Alessia appare in pubblico come una ragazza come tante, tra foto felici in compagnia del fidanzato e delle amiche, ma adesso la ragazza ha voluto esternare la sua spina nel fianco a causa della perdita della madre. Un dolore che le resterà tatuato sulla pelle per sempre.
Caso Ragusa: i comportamenti che hanno inchiodato Logli
Secondo i giudici, il movente dell’omicidio fu di natura economica. Logli intratteneva da tempo una relazione extraconiugale con Sara Calzolaio, l’ex babysitter e nuova compagna del padre con la quale adesso Alessia vive nella casa di famiglia. Roberta, che aveva scoperto questa relazione e sospettava alche l’identità dell’amante del marito, voleva separarsi, ma Logli temeva le conseguenze economiche della separazione dal momento che gli interessi patrimoniali ed economici della coppia erano strettamente connessi.
Per i giudici della Suprema corte, Logli ha cercato di “allontanare da sé i sospetti” e di “distogliere le indagini dalla sua persona”. Ma il suo comportamento è stato caratterizzato da numerose anomalie, come l’omessa partecipazione alle ricerche e la riluttanza a divulgare le fotografie della moglie, nonché l’eliminazione del giubbotto indossato nella serata precedente, sottratto volutamente agli accertamenti di polizia e mai più rinvenuto.
Infine, in relazione all’esperimento effettuato la notte del 25 gennaio 2013 al fine di “verificare se fosse possibile vedere all’interno di un veicolo parcheggiato in strada al buio dopo che la Tv aveva diffuso la notizia dell’esistenza di un teste che lo aveva visto litigare con una donna in via Ulisse Dini”. “Solo chi realmente si era trovato a vivere quella situazione per propria esperienza diretta – spiegano gli ermellini – era consapevole della veridicità della testimonianza”.