In alcune città italiane i dipendenti di Amazon hanno deciso di incrociare le braccia a causa dei carichi di lavoro estenuanti dovuti al Black Friday
Molte persone aspettano tutto l’anno questo momento per sbizzarrirsi nell’acquisto di prodotti di qualsiasi genere a prezzo stracciati. A quanto pare però non tutti sono della stessa idea, anzi per alcuni il Black Friday è assolutamente da cancellare.
Ad esempio, i lavoratori di Amazon addetti alla distribuzione delle merci, non hanno digerito i pesanti carichi di lavoro derivanti dalle speciali promozioni derivanti dal “venerdì nero”. In molti infatti hanno approfittato della situazione e hanno effettuato ordini tramite la nota azienda di commercio elettronico statunitense. Per questo motivo, Uil Trasporti del settore logistica ha indetto una protesta volta a denunciare i carichi di lavoro estenuanti e per chiedere maggior tutela sul lavoro. Lo sciopero andrà in scena domani per 16 ore senza alcun preavviso.
Ormai questa tradizione ha preso quota anche nel nostro paese, nonostante si tratti di una “creazione” tipicamente americana. Nonostante i primi segnali negli anni ’20 e ’50 questa pratica si è consolidata negli anni ’80. Si tratta del primo venerdì dopo la celebre festa del Ringraziamento. Per l’occasione le grandi catene decidono di offrire i loro prodotti a prezzi eccezionali, con il chiaro intento di incrementare le vendite. A questo fa seguito il Cyber Monday che riguarda prevalentemente gli strumenti di tipo elettronico. Al passo con i tempi queste occasioni si sono trasformate in un vero e proprio business, che riguarda ormai buona parte del mondo.
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Amazon: le città in cui gli operai hanno deciso di protestare
Nella fattispecie lo sciopero andrà in scena in due località piemontesi, ovvero Brandizzo in provincia di Torino e Marene nel cunese. Dunque, gli amanti dello shopping online nel resto d’Italia possono dormire sonni tranquilli, almeno per ora. Non è da escludere infatti, che questa iniziativa possa fare da apripista ad altri movimenti analoghi, anche perchè si presuppone che un po’ dappertutto sia un periodo “black” per i fattorini di Amazon.
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