Il 20 novembre 1989 è stata istituita la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e della adolescenza. Da allora ogni anno si festeggia la Giornata Mondiale dei diritti bambini
Ricorrenza importante per quanto riguarda il mondo dei bambini. Esattamente 30 anni fa, il 20 novembre 1989, l’Onu ha approvato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per questo motivo ogni anno in questa data si celebra la Giornata Mondiale dei diritti dei bambini, che viene festeggiata in ben 190 paesi nel mondo. Nel nostro paese è stata ratificata il 29 maggio del 1991. Tra i suoi principi cardine prevede la non discriminazione, superiore interesse del minore, diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e naturalmente rispetto per l’opinione dei bambini.
Rimembrarla può sembrare apparentemente superfluo, ma in realtà è bene farlo, visto che nel mondo ci sono bambini a cui non vengono riconosciuti dei diritti fondamentali. La situazione non è del tutto rosea nemmeno in Italia, dove alcuni minori sono ancora vittime di violenza, discriminazioni o vivono in condizioni di disagio. C’è addirittura chi soffre la fame, la mancanza di affetto dei genitori o non ha la possibilità di accedere ai servizi scolastici. In virtù di questo quadro alquanto drammatico, è bene cercare di sostenere quando si può il lavoro delle associazioni onlus come Telefono Azzurro, Unicef e Save The Children.
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Giornata Mondiale dei diritti dei bambini: passi in avanti e aspetti da migliorare
Ad oggi però sono stati molteplici i miglioramenti realizzati nel corso di questi 30 anni. Basti pensare alla netta diminuzione del tasso di mortalità per i bambini con meno di cinque anni, sceso ad oltre il 60%. Altro aspetto in calo è quello relativo all’accesso all’istruzione. Nel 2000 erano oltre 100 milioni i piccoli che non potevano frequentare la scuola primaria, nel 2018 il numero è arrivato a 59 milioni. In aumento invece il dato per quanto riguarda la somministrazione dei vaccini contro morbillo, tetano, difterite e pertosse.
L’altra faccia della medaglia è quella relativa ai paesi più poveri. In questi casi i bambini appartenenti alle classi sociali meno abbienti, hanno il doppio delle possibilità di morire per malattie curabili. Una condizione dovuta alla mancanza di accesso ai vaccini. Per questo servono maggiori risorse, soprattutto in territori come l’Africa sub-sahariana, dove l’igiene e la qualità dei servizi scolastici sono abbastanza deficitari e il quadro generale non ha avuto un grandissimo progresso.
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