Qualità della vita: Trento svetta nella classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni
Qualità della vita: è Trento la città dove si vive meglio in Italia. A rivelarlo la classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma. Classifica in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione.
Dallo studio emerge inoltre che agli antipodi si trova Agrigento. In compenso, nel 2019, si vive meglio in 65 province su 107. Un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni.
Trento reginetta d’Italia per la qualità della vita nel 2019. La provincia autonoma, eccellenza per gli affari e il lavoro, l’ambiente. Ma anche per l’istruzione e la formazione, il tempo libero e il turismo. La classifica, giunta alla sua ventunesima edizione, rivela il primato di Trento.
Primato che ricalca un successo ormai consolidato negli anni. Agli antipodi, Agrigento: caso emblematico di realtà del Sud con problemi strutturali atavici irrisolti. La città siciliana figura nell’ultimo posto della classifica.
Classifica che quest’anno è relativa a 107 province, non più a 110. Agrigento risulta carente quasi sotto tutti gli aspetti e le dimensioni della qualità della vita. Fatta eccezione per la dimensione demografica e per la sicurezza.
La classifica: al secondo posto della classifica c’è Pordenone
Nel 2019 la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata. Oggi sono 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile. Un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni.
Nel 2015, infatti, le province in cui si vive bene erano 53 su 110. Nel 2016 e 2017 erano diventate 56 su 110. Nel 2018 avevano raggiunto quota 59 su 110. Un’evoluzione costante, insomma, malgrado il contesto economico non semplice.
Quest’anno, l’indagine di ItaliaOggi-Università La Sapienza ha preso in esame nuovi parametri. La qualità della vita è stata analizzata non solo in termini di contrapposizione Nord-Sud. Ma anche di analisi trasversale dei fenomeni che interessano le grandi e piccole province italiane.
Nell’edizione 2019, sono state incluse informazioni statistiche più dettagliate sul tenore di vita. Inoltre la dimensione dei servizi finanziari e scolastici è stata sostituita da quella istruzione, formazione e capitale umano.
Il dettaglio della classifica: male le province del Sud
Per quel che riguarda ancora la classifica si nota che le prime dieci province appartengono, ancora una volta, al Nordest o al Nordovest. Dopo Trento, ci sono Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno. A seguire Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano. quest’ultima scende dal primo al decimo posto rispetto al 2018.
Per incontrare le prime province del Sud bisogna scorrere la classifica fino ad arrivare al 69° e al 70° posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera.
Nel Mezzogiorno e nelle Isole secondo la statistica si vive ancora male. In 35 province su 38 la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente. Il che significa che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente.
Al contrario, nel Nordest, in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile. In nessuna scarsa o insufficiente. Nel Nordovest, la qualità è buona o accettabile in 23 su 25 province.
Nell’Italia Centrale si registra una situazione stabile: in 14 su 22 la qualità della vita nel 2019 è accettabile.
Anche in questa indagine emerge chiaro un dato: nelle province di piccole e medie dimensioni si vive meglio che nelle metropoli. I grandi centri urbani faticano a toccare la vetta e a mantenere posizioni di eccellenza.
Tuttavia le performance di alcune grandi città nel 2019 migliorano. Roma risale dall’85° al 76° posto; Milano dal 55° al 29°, Torino dal 78° al 49°; Bologna dal 43° al 13°. Napoli sale dal 108° al 104° posto. La provincia partenopea resta terz’ultima, seguita solo da Crotone e Agrigento.