Venezia, la città sospesa sul mare, che ha incantato generazioni su generazioni di poeti, scrittori, registi e più banalmente turisti provenienti ogni parte del globo, rischia la sua sopravvivenza.
Questo luogo incantato, dall’immenso patrimonio artistico e culturale, si presenta oggi in tutta la sua fragilità. Una città che si sveglia sommersa con un livello del mare che ha ricoperto interamente le vie del centro, in seguito ad una violenta bomba d’acqua.
L’acqua alta tocca livelli preoccupanti arrivando a 187 centimetri d’altezza, una straordinaria e drammatica piena che non capitava dal lontano 1966, quando si arrivò a 196 centimetri.
Dopo il frastuono di un risveglio tragico, con gli occhi puntati addosso dai media e televisioni di tutto il mondo, ci si ferma a meditare su chi sia il colpevole di questo disastro e se si poteva in qualche modo evitare.
Dalle riflessioni e dai dibattiti sul tragico evento, son saltati fuori due possibili cause che più di ogni altra cosa hanno condotto a devastare la città di Venezia: il cambiamento climatico e la questione del Mose.
Negli ultimi tempi si è accesa moltissimo l’attenzione sulla questione ambientale, grazie soprattutto alla ragazzina svedese Greta Thunberg e i suoi famosi discorsi che puntano sul prendere seriamente in questione la salvaguardia del nostro pianeta.
Le emissioni di gas nocivi, l’uso sproporzionato di plastica, il consumo esagerato delle fonti energetiche, sono solo la punta dell’iceberg delle cause che stanno portando il globo allo stremo, e le conseguenze impattanti iniziano a mostrarsi in tutta la loro forza devastante.
Il clima pare andato in tilt producendo continui tifoni, bombe d’acqua, venti torridi e forti innevate in zone inusuali, totalmente impreparate ad affrontarli.
Il Mose invece è diventato per Venezia quasi una velenosa presa per i fondelli. Il progetto che avrebbe dovuto salvare la città dalle continue inondazioni, era stato ideato negli anni ’80 e iniziato nei duemila, ma non si è mai arrivati ad una conclusione. Perché?
Perché dietro a questa opera si nascondono da anni giri di tangenti, che hanno portato ad indagini e processi con il conseguente blocco dei lavori. Per portare a termine l’opera sono stati ancora richiesti milioni di euro e chissà quanto tempo fattivo per la realizzazione.
Tutto questo, mentre Venezia affonda.
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