Emergenza a Venezia. Dopo la tempesta arriva sempre il sereno. Ma a Venezia adesso si fanno i conti con i danni provocati dal maltempo. Anche se le condizioni meteorologiche non promettono una tregua definitiva, in laguna si prova a ripartite facendo i conti con la triste realtà. E gli ingenti danni che queste condizioni straordinarie e avverse hanno portato.
Non bastassero i danni alle strutture commerciali e alle famiglie, adesso dall’acqua del mare è arrivato un pericolo in più. E nessuno ne aveva preventivato l’esistenza fino ad oggi.
Il sale, il nemico delle opere pubbliche e dei beni culturali. La causa principale è stato l’innalzamento dei livelli del mare che ha portato l’acqua, molto più salata del solito, a toccare le opere marmoree della città. Questo contatto rischia di provocare immensi danni soprattutto ai marmi plurisecolari di cui è ricca la città.
Il danno purtroppo c’è stato, adesso si tenta di correre ai ripari. Previsto oggi un vertice sull’emergenza-Venezia a Palazzo Ducale. Vertice che sarà presieduto dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini.
Con lui i Caschi Blu della cultura, il generale Roberto Riccardi, che guida il Comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, il segretario generale Salvo Nastasi, il direttore generale Federica Galloni (Archeologia, belle arti, paesaggio). Presente anche la Soprintendente locale Belle arti e Paesaggio per Venezia e Laguna, Emanuela Carpani.
Oltre il danno anche la beffa, quindi. Che è rappresentata dal danneggiamento di opere secolari che nel corso degli anni mostreranno gli effetti negativi procurati dal contatto con il sale. E’ stato proprio Carpani a fare una sintesi di quello che è il dramma che ha colpito la città di Venezia in questi giorni.
“L’intera città ha subito un’immersione nell’acqua e nel sale. Con conseguente invecchiamento rapido soprattutto dei marmi”. E quindi un vero e proprio veleno che è il sale. Che presenta stavolta in una concentrazione molto più elevata della media. Sostanza letale per i marmi che sono molto esposti agli agenti atmosferici per la loro porosità.
Dal vertice di oggi si attendono possibili soluzioni, almeno parziali, che possano attutire i danni. Che in ogni caso purtroppo si prospettano ingenti ed irreparabili. Dalla politica e dalle istituzioni ci si aspetta in ogni caso una manovra correttiva che possa arginare i possibili e futuri danneggiamenti al patrimonio culturale.
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