Riduzione del cuneo fiscale, conferma di Quota 100 e sterilizzazione dell’aumento dell’Iva nel testo definitivo della Manovra di Bilancio 2020
In attesa della risposta delle istituzioni europee ai chiarimenti forniti dal governo in merito a presunte deviazioni nel bilancio strutturale dagli obiettivi fissati dalle regole del Patto di stabilità ed, in particolare, dal percorso di riduzione dell’alto debito pubblico, secondo solo a quello della Grecia, ecco i principali provvedimenti contenuti nel testo definitivo della Legge di Bilancio 2020 approvato dal Consiglio dei Ministri. Testo che dovrà superare il vaglio del Parlamento in vista della sua approvazione entro il 31 dicembre 2019. La misura più importante ed anche quella più onerosa, visto che assorbirà ben 23 miliardi dei 31 previsti a copertura della Legge di Bilancio di Previsione dello Stato, è la sterilizzazione della clausola di salvaguardia che, in caso contrario, avrebbe fatto scattare l’aumento dell‘Iva dal primo gennaio 2020, con ripercussioni estremamente negative sui consumi e quindi a cascata sull’intera economia del Paese.
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Manovra 2020: gli altri provvedimenti
Ha scatenato le prime frizioni all’interno della maggioranza di governo, con i renziani di “Italia Viva” fortemente polemici per il fatto che drenerebbe risorse economiche che potrebbero essere impiegate a favore delle famiglie in difficoltà e dei giovani disoccupati. Ma alla fine, nonostante il rischio di una nuova crisi, Quota 100, l’uscita dal mondo del lavoro con la formula “60 anni di età + 40 anni di contributi“, è stata confermata per il 2020 ed il 2021. Tuttavia è allo studio del governo la strutturalizzazione di tre modalità di flessibilità in uscita. Nulla di fatto per l’assegno unico per i figli a carico ma è in arrivo la Carta Bimbi da 400 euro per la retta dell’asilo nido che sarà, invece, gratuito, per le famiglie a basso reddito. Oltre alla conferma del Reddito di Cittadinanza, di Pensione di cittadinanza e di vari bonus, prevista la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro, misura che aumenta la platea dei beneficiari del “bonus 80 euro” dell’ex Premier Renzi lasciando nelle loro tasche 500 euro annui.