Depositate le motivazioni della sentenza in virtù della quale è stata prosciolta la “banda del 5%” di Mps: “Nessuna truffa, nessun danno”
Alla scadenza dei 90 giorni previsti per legge sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui è stato disposto il proscioglimento, perché il fatto non sussiste, per Gian Luca Baldassarri e Alessandro Toccafondi, rispettivamente ex capo area finanza Mps e suo responsabile trading, nonché di Maurizio Fabris, Fabrizio Cerasani e David Ionni, fondatori del broker italo inglese Enigma, i membri della cosiddetta “banda del 5%“. In 40 pagine viene demolito l’impianto accusatorio dei pm, secondo i quali all’interno dell’istituto senese operava un’associazione a delinquere composta da una decina di persone che avrebbe messo in piedi una serie di truffe ai danni della Mps per favorire il fondo Enigma.
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Mps, depositate le motivazioni: nessun elemento di prova
Nel dettaglio, secondo la pubblica accusa, le numerose operazioni finanziarie di compravendita di titoli tra il desk di Mps e quello di Enigma non avevano altra finalità se non quella di lucrare denaro in danno alla banca. Tuttavia, secondo i giudici, nel dibattimento non sono emerse prove documentali, intercettazioni telefoniche od ambientali che attestino l’esistenza di un tale pactum sceleris. Ragion per cui i giudici non hanno esitato, nelle motivazioni, a bacchettare i pm, come riferisce l’edizione on line de Ilsole24ore, per un capo d’imputazione che definiscono di ostica lettura: “La ricostruzione operata dal pubblico ministero si è arrestata ad un suggestivo spunto investigativo che si è arrestato a tale stadio preliminare e non si è mai evoluto nella dimostrazione dell’esistenza di un’associazione a delinquere, perché dalle prove utilizzabili per la decisione non si rinviene alcuna traccia degli elementi costitutivi del delitto”.
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