Smantellato, a Palermo, un sodalizio, in cui le donne ricoprivano ruoli decisivi, che gestiva, all’ombra della mafia, un lucroso traffico di droga
Se nella società civile, nonostante leggi, regolamenti e quote rosa, la parità di genere sia nell’accesso ai ruoli apicali e direttivi sia nel trattamento economico è un traguardo ancora lontano da raggiungere, nell’altro Stato, quello dominato dalle leggi della violenza della mafia, le donne stanno sempre più scalando le gerarchie del potere. E se prima erano costrette e prendere le redini di un clan a seguito dell’arresto/morte di un loro stretto congiunto, marito od anche tutti i membri maschili del loro nucleo familiare originario, ora arrivano ai vertici di un’organizzazione criminale per meritocrazia. A Palermo, nell’ambito dell’operazione “Push away“, è stato sgominato un sodalizio, in cui le donne rivestivano un ruolo chiave nella logistica, nella contabilità e persino nella sicurezza, che, con il benestare dei vertici della mafia, gestiva un florido traffico di droga.
LEGGI ANCHE –> MULTA AI RISTORANTE PER LO SCONTRINO DA 429 EURO AI TURISTI GIAPPONESI
Palermo, mafia e droga, donne ai vertici: 18 arresti. Coinvolti anche minori nella rete di spaccio
Le indagini, che sono scattate nel 2017, hanno documentato centinaia di episodi di compravendita di sostanze stupefacenti che avevano trasformato le viuzze del Borgo Vecchio di Palermo in un supermarket della droga alla luce del sole. Le manette ai polsi sono così scattate per 18 persone con le ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla produzione, alla detenzione ed al traffico di stupefacenti. Come a Scampia, la più grande piazza di spaccio di Napoli, ed a Primavalle, periferia romana, come accertato da una recente inchiesta, nella capillare rete di spaccio erano coinvolti anche minorenni ai quali era affidato il ruolo di corrieri.
LEGGI ANCHE -> DROGA, PRIMAVALLE COME SCAMPIA: 33 ARRESTI NELLA CAPITALE