Maxi-operazione di contrasto alla mafia: 110 arresti, eseguiti in diverse province del Nord e del Sud Italia, a carico di affiliati alla Stidda
Importante operazione di contrasto alla mafia da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza: 110 provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati eseguiti in diverse regioni del Nord e del Sud Italia. A finire nelle maglie della giustizia un sodalizio di matrice stiddara, radicato a Brescia, che si era infiltrato in diversi comparti economici grazie alla commercializzazione di fittizi crediti d’imposta dall’importo complessivo di svariati milioni di euro. Inoltre sono in fase di esecuzione decreti di sequestro preventivo di 35 milioni di euro. L’inchiesta ha evidenziato come la stidda, annientata dai corleonesi di Totò Riina, sia rinata sotto nuove vesti: non più coppola e lupara ma giacca e cravatta, con i boss reinventatisi manager nei settori del food and beverage e dell’intermediazione finanziaria.
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Mafia, la “Stidda” era pronta ad una nuova guerra
L’inchiesta ha anche accertato l’enorme potenza di fuoco del sodalizio criminale che poteva contare su un esercito di 500 uomini armati, definiti nelle intercettazioni “leoni” fino ai denti in grado, secondo gli inquirenti, di scatenare una nuova guerra di mafia. A Gela, in provincia di Caltanissetta, sono finiti dietro le sbarre capi, gregari ed affiliati che gestivano un florido mercato della droga e si erano infiltrati nel tessuto economico legale attraverso imprese di comodo, estorsioni e spedizioni punitive. La Stidda, dunque, secondo gli inquirenti, come riporta il portale ilgiorno.it, pur utilizzando lo stesso modus operandi nell’agire quotidiano, si è dimostrata capace di cambiare pelle utilizzando quale trait d’union tra i mafiosi e gli imprenditori i “colletti bianchi” che individuavano tra i loro clienti più inclini a varcare il confine tra legalità ed illegalità.
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