Una ragazza di 18 anni incinta ha perso il bambino dopo 12 ore di attesa al pronto soccorso. Il racconto del suo dolore e le responsabilità.
Amy Rennie, 18 anni, ha atteso 12 ore al pronto soccorso per essere poi informata di aver avuto un aborto spontaneo. E’ quello che è successo al Derriford Hospital di Plymouth, nella contea di Devon nel sud-ovest dell’Inghilterra.
Amy, già madre di un bambino di 1 anno, era incinta di poco più di 10 settimane quando si è recata in ospedale il 2 settembre dopo aver iniziato a sanguinare. Dopo diverse ore di attesa al pronto soccorso in mezzo a ubriachi e drogati, un medico l’ha informata che ci sarebbero volute altre 7 ore prima di essere visitata, sebbene davanti a lei ci fossero solo 2 persone in coda. Dopo aver fornito un campione di sangue ed urine, le è stato detto che i valori erano tutti normali ma ha comunque dovuto aspettare fino alle 16 perché le venisse fatta un’ecografia. E solo a quel punto ha scoperto di aver avuto un aborto spontaneo.
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Donna incinta attende 12 ore al pronto soccorso: il racconto della notte infernale
“Non voglio che nessun altro passi quello che ho passato quel giorno” ha dichiarato la giovane donna. “Non avevo dormito tutta la notte, non avevo mangiato e mi era solo stato detto di restare nella sala d’attesa, ero solo stufa“. Queste le parole di Amy Rennie al ricordo di quelle 12 ore di attesa dopo le quali le è stata comunicata la triste notizia. Amy è tornata a casa con una foto dell’ecografia del bambino nel suo grembo ormai privo di battito e con un immenso dolore addosso. L’ospedale si è detto “incredibilmente dispiaciuto” per l’accaduto ma questo non è il primo caso denunciato: poco meno di un mese fa anche un’altra donna ha dovuto attendere oltre otto ore prima di essere visitata al pronto soccorso di Derriford. La causa di tutto sembra essere l’elevato numero di ubriachi e tossicodipendenti che affligge il pronto soccorso della cittadina, con oltre 300 casi al giorno: il reparto pare stia per ottenere fondi per 30 milioni di sterline che si spera aiutino a gestire meglio le esigenze dei pazienti.
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