Operazione della polizia nella curva della Juventus: arrestati d capi e referenti dei principali gruppi ultrà del club bianconero per estorsione
La Juventus del nuovo corso targato Maurizio Sarri stenta a decollare, sopravanzata in classifica dall’Inter dell’ex tecnico bianconero Antonio Conte dopo lo scialbo pareggio a reti bianche strappato in casa della Fiorentina. Oltre ai risultati, latita anche il bel gioco, motivo per cui la dirigenza juventina ha deciso di puntare sul tecnico ex Chelsea per il dopo Allegri. I tifosi mugugnano preconizzando una stagione difficile e non all’altezza del recente passato bianconero, 8 scudetti consecutivi messi in bacheca, tanto che, secondo voci di corridoio, alcuni di essi avrebbero contattato Max Allegri, ancora sotto contratto con il club bianconero, per convincerlo a tornare sulla panchina della Juventus. Eppure altri tifosi in questo momento hanno qualcosa di ben più importante di cui preoccuparsi delle prospettive di successo della loro squadra del cuore: infatti, a seguito di un blitz della polizia nella curva bianconera due capi ed i principali referenti dei gruppi ultrà bianconeri sono stati arrestati nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Torino che ha avuto come esito l’emissione da parte del gip di 12 misure cautelari.
Arrestati due capi ultrà della Juventus per estorsione. Perquisizioni in diverse città
Le accuse a carico dei destinatari delle misure restrittive sono, a vario titolo, di associazione a delinquere, autoriciclaggio, estorsione aggravata e violenza privata. In corso anche decine di perquisizioni in diverse città. Coinvolta, oltre ai leader, anche una quarantina di persone di alcuni tra i principali gruppi del tifo organizzato. Non è la prima volta che la tifoseria bianconera sale alla ribalta della cronaca giudiziaria: l’inchiesta ribattezzata “Alto Piemonte” ha fatto luce sui rapporti e le contiguità tra i capi di alcune frange del tifo organizzato bianconero ed esponenti di cellule della ‘ndrangheta radicate in Piemonte per il controllo delle attività legate al bagarinaggio e sulla base della quale è stato istruito un processo che ha portato alla condanna, in primo e secondo grado, tra gli altri, di Rocco Dominello, referente in Piemonte della ‘ndrina Pesce di Rosarno.
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