Madagascar: Papa Francesco accusa chi usa la religione per portare divisione di fronte a un milione di fedeli, prima della visita alla Città dell’Amicizia.
I fedeli hanno atteso oggi, domenica 8 settembre, l’arrivo di Papa Francesco ad Antananarivo, in Madagascar, in occasione di una messa. Papa Francesco si è scagliato oggi in Madagascar contro chi “abusa del nome di Dio o della religione per giustificare “violenza, segregazione e persino omicidio, esilio, terrorismo ed emarginazione” parlando ad una folla di circa un milione di persone. Decine di migliaia di persone hanno dormito nel territorio diocesano di Soamandrakizay per attendere il papa dopo una veglia di preghiera ieri sera.
Secondo Papa Francesco Gesù esige che il messaggio evangelico non sia né diluito né ristretto, incaricando i suoi seguaci di “costruire la storia in fraternità e solidarietà, nel pieno rispetto della terra e dei suoi doni, al contrario di qualsiasi forma di sfruttamento”. Il pontefice ha citato il “Documento sulla fraternità umana” firmato ad Abu Dhabi a febbraio sulla convivenza tra persone di diverse religioni, in particolare cristiani e musulmani.
Si stima che il 70 percento della popolazione del Madagascar soffra di estrema povertà, vivendo con meno di 2 dollari al giorno. L’aspettativa di vita è di 65 anni, 12 in meno rispetto agli Stati Uniti. Da quando è diventato indipendente nel 1960, il Madagascar è stato afflitto da instabilità politica e violenza, che ha ritardato il suo sviluppo, spaventando investitori e turisti stranieri.
Il Paese ha alcune delle spiagge più belle dell’Africa con sabbia bianca e fine e acque turchesi. La maggior parte dei 25 milioni di abitanti del Madagascar vive di agricoltura, coltivando vaniglia e caffè ma anche riso e il famoso cioccolato del paese. Ma le fonti di reddito sono instabili a causa dell’esposizione della regione a catastrofi naturali.
Più tardi nel corso della giornata, Francesco ha visitato Akamasoa, la Città dell’Amicizia, una città nata da un movimento di solidarietà creato da padre Pedro Opeka, che è stato uno studente durante i suoi anni di seminario di Bergoglio. Opeka ha il merito di aver contribuito a sollevare circa 25.000 persone dall’estrema povertà.
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T.F.
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