La tragica scomparsa di Simon Gautier, il giovane turista francese morto a seguito di una caduta in montagna, ha scioccato l’opinione pubblica. Il ragazzo era riuscito a chiamare i soccorritori ma non è riuscito a dare le coordinate precise della sua posizione. La cosa non è insolita dato che in montagna è difficile orientarsi e non ci sono dati precisi su dove ci si trova. Una app, Where are U, sviluppata da un team lombardo, potrebbe prevenire tragedie del genere in futuro.
Come funziona ‘Where are U’
L’applicazione ‘Where are U’ (che significa dove sei) dà in automatico, grazie a un sistema di geo-localizzazione, dati fondamentali quali la latitudine, la longitudine e la quota della persona che fa partire la chiamata. Questo potrà permettere ai soccorritori di non vagare alla cieca tra le montagne, perdendo del tempo prezioso per recuperare la persona che si è persa, tempo che, in caso di gravi ferite, può davvero salvargli la vita.
L’app è efficace solo dove esiste il numero unico per le emergenze 112, cosa che attualmente è presente solo in due regioni, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria e in alcune città e zone come la Sicilia occidentale, Roma, Trento e Bolzano. Da tutta Italia i possessori di uno smartphone, colpiti dalla storia di Simon Gautier, hanno già scaricato l’app, che ha raggiunto in 3 giorni quasi 19.000 dowload. Forse il triste episodio e la diffusione a tappeto dell’app potrebbero spingere anche verso l’unificazione del 112 in nuove zone.
L’app ha anche una funzione che permette, in caso di difficoltà con la chiamata, di mandare un sms al 112 con gli stessi dati per localizzare il mittente. Questo è utile non solo in montagna ma anche in caso di sosta forzata su strada o in caso di incidente in città in cui la persona è sotto choc e non riesce ad orientarsi o a parlare.
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T.F.