La crisi di governo, dopo che per giorni si è trascinata sui social, arriva nelle sedi istituzionali: alle 15 Conte terrà un discorso al Senato, dopodiché dovrebbe dimettersi
Il D-Day della crisi di governo è arrivato con la sua parlamentarizzazione come promesso fin dal primo momento dal Presidente del Consiglio: oggi, alle 15.00, in Aula al Senato, interverrà il Premier Giuseppe Conte il quale, secondo indiscrezioni, lancerà un attacco al vetriolo all’indirizzo del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha aperto la crisi di governo scaricando il Premier durante un comizio il 7 agosto scorso e facendo presentare poi dal proprio gruppo parlamentare la relativa sfiducia, e rivendicherà i risultati ottenuti con la propria azione di governo in poco più di un anno. Dopodiché, il Premier dovrebbe salire al Colle per rassegnare nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella le proprie dimissioni. Cosa succederà dopo è un rebus, anzi, citando Winston Churchill che così chiosò le indecifrabili intenzioni dei sovietici all’indomani della firma del Patto Molotov-Von Ribbentrop tra l’Urss e la Germania Nazista, “si tratta di un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma“. Ufficialmente tutte le forze politiche si rimettono al buon senso ed alla saggezza del Presidente della Repubblica, in realtà sono già delineati due schieramenti: da una parte la Lega e FdI che premono per un ritorno immediato alle urne, dall’altra tutte le altre forze politiche che considerano un salto nel buio andare al voto alla vigilia di importanti scadenze quali la manovra di bilancio e la tanto paventata attivazione della clausola di salvaguardia dell’aumento dell’IVA.
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L’inaspettata crisi di governo in piena estate ha riportato alla ribalta l’ex Premier Matteo Renzi che ha sparigliato le carte in tavola con la propria proposta di un esecutivo M5S-Pd per evitare il ritorno alle urne che, a suo dire, avrebbe conseguenze economiche pesantissime per i cittadini. A chi, come il leader del Carroccio, attribuisce il suo attivismo politico alla volontà di salvare la poltrona l’ex segretario dem ha così replicato: ” Mi sembra saggio che nessuno di noi stia dentro il governo. Nessuno di noi chiede una poltrona, neanche quella di commissario. Chiedo un governo istituzionale per evitare l’aumento dell’Iva. Le formule sulle coalizioni non sono il mio forte. Penso che chiunque abbia a cuore l’Italia non voglia una crisi al buio”.
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