TAV, Di Maio: “Mozione impegna il Parlamento”

 

Di Maio, Reddito di cittadinanza
Luigi Di Maio (Getty Images)

Alla vigilia della discussione della mozione sulla Tav presentata dal M5S, il capo politico dei pentastellati Di Maio esclude ripercussioni sul governo

Neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo per aver superato lo scoglio del voto di fiducia sul c.d. Decreto Sicurezza bis che all’orizzonte per il governo gialloverde si profila un’altra giornata campale: è in calendario domani al Senato, infatti, la discussione e votazione della mozione sulla Tav presentata dai 5Stelle dopo il via libera del Premier Giuseppe Conte, dopo mesi di stallo in attesa della verifica, come da contratto di governo, dei costi/benefici, alla prosecuzione dei lavori dell’importante opera infrastrutturale. Tuttavia il vicepremier Luigi Di Maio, nonché capo politico dei pentastellati, nega che tale mozione possa considerarsi una delegittimazione dell’operato dell’esecutivo: “La mozione impegna il Parlamento perché solo il Parlamento può fermare la Tav. Conte lo ha detto chiaramente, non so cosa c’entri il governo”.

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TAV, Di Maio: “Mozione impegna il Parlamento. E’ un regalo da 2.2 miliardi a Macron”

L‘esito della votazione sembra scontato dal momento che l’intero arco parlamentare, ad esclusione dei grillini, è a favore della Tav. Nondimeno il vicepremier non si dà per sconfitto confidando, evidentemente, nel soccorso di qualche franco tiratore: “Noi voteremo la nostra mozione convintamente. Il Pd voterà sì alla sua mozione e vedremo cosa succede”. Infine, Di Maio ribadisce come la Tav non sia altro che un regalo da 2,2 miliardi a Macron. Di tutt’altro avviso il collega di governo Matteo Salvini, leader della Lega, che reputa una follia lasciare l’opera incompleta: “Mi sembra che gli italiani hanno votato in maniera chiara e i piemontesi in maniera strachiara. Anche Conte si è reso conto, mi sembrerebbero assurdo lasciare i lavori a metà”. Di qui l’ennesimo avvertimento ai colleghi di governo grillini: “Non voglio regalare agli italiani altri mesi di litigi, polemiche, insulti. Se tutto resta bloccato, se ci rendiamo conto che non c’è strada, più serio dare la parola agli italiani“.

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