Il 3 agosto del 2004, la NASA lanciava la sonda MESSENGER che avrebbe studiato le caratteristiche di Mercurio: il 30 aprile 2015 lo schianto sul pianeta
15 anni fa, il 3 agosto del 2004 da Cape Canaveral in Florida, iniziava il suo viaggio la sonda MESSENGER (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging), tra quelle che ha dato maggiori soddisfazioni alla NASA e fornito importanti informazioni alla scienza mondiale: la missione della sonda, partita alla scoperta di Mercurio, rappresenta un grande e inequivocabile successo.
Quasi undici anni di viaggio e 8 miliardi di chilometri percorsi, per la sonda il cui viaggio doveva durare inizialmente un anno, ma che è stato esteso per ben due volte; a MESSENGER si deve la mappatura di Mercurio, una miriade di informazioni mai ottenute prima sul pianeta che in precedenza era stato osservato solo una volta, dalla sonda Mariner 10 negli anni ’70.
Il 18 marzo 2011 la sonda è entrata in orbita attorno a Mercurio, e dopo un periodo di verifica degli strumenti, nell’aprile 2011 ha avuto inizio la fase operativa e l’osservazione scientifica.
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Tra gli obiettivi che gli scienziati si erano prefissati, vi era quello di scoprire se su Mercurio fosse presente ghiaccio; già da tempo, secondo alcuni studi, questa ipotesi aveva avuto diversi riscontri e la sonda confermò poi l’idea.
Gli esperti, inoltre, hanno cercato di confermare un’ulteriore ipotesi, ovvero quali fossero le temperature massime raggiunte dal Pianeta. MESSENGER è riuscita a fornire alcuni dati che stimano la temperatura intorno ai 427°C. La sonda è riuscita a fornire immagini di alcune pianure che confermano che la creazione di gran parte della superficie del Pianeta è formato da materiale vulcanico.
La sonda ha scoperto inoltre che Mercurio possiede alcune caratteristiche analoghe alla Terra, tra cui un campo magnetico dipolare, ovvero positivo e negativo.
Tremila orbite intorno al pianeta e circa 270mila scatti sono l’eredità lasciata da MESSENGER che, una volta terminato il propellente per le correzioni di traiettoria, è entrato nella fase terminale della missione a fine 2014. Durante il decadimento orbitale, gli studi sono continuati. La velocità di discesa è stata di 14 080 km/h, e il cratere generato dall’impatto è stato probabilmente di circa 16 m.
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