Mercoledì 31 luglio a Legnano è stata effettuata la prima operazione chirurgica al cervello sfruttando l’ipnosi: una rivoluzione nel campo dell’anestesia.
Pochi giorni fa l’Ospedale di Legnano, in provincia di Milano, ha segnato un importante passo in avanti nel campo della medicina. Un uomo di 69 anni con un emiparesi provocata da ematoma sottodurale cranico dovuto ad un trauma ha accettato di sottoporsi all’operazione al cervello di cui necessitava senza ricevere alcuna anestesia, ma sottoponendosi invece all’ipnosi.
L’intervento è stato effettuato dal dottor Roberto Stefini all’interno dell’Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Ospedale di Legnano, mentre a praticargli l’ipnosi è stato Andrea Cividini, 36 anni, neurochirurgo e ipnologo in servizio nell’ospedale dal 2013. Dopo alcune settimane di preparazione durante le quali il paziente è stato ipnotizzato tre volte per verificare la sua capacità di raggiungere lo stato di trance e monitorarne l’encefalogramma, i medici hanno ritenuto fosse il momento di fissare l’intervento. Il paziente non ha ricevuto alcun genere di farmaco sedativo salvo una minima infiltrazione di anestesia locale a livello cutaneo dopo averla incisa. Una volta terminata l’operazione chirurgica, il paziente è stato risvegliato dall’ipnosi ed in pochi secondi è tornato vigile, dichiarando di non avvertire alcun dolore post operatorio ma anzi di avere una grande sensazione di benessere.
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L’intervento chirurgico all’Ospedale di Legnano che ha sfruttato l’ipnosi come forma di anestesia per ottenere lo stato di analgesia – ovvero non avvertire dolore – si è rivelato un successo e sicuramente la procedura sarà utilizzata nuovamente in futuro. Una nota dell’ASST Ovest Milanese riporta che “utilizzare tecniche di induzione ipnotica rappresenta una rivoluzione nel campo dell’anestesiologia moderna, dal momento che consente di evitare l’utilizzo massivo di farmaci e di ridurre in maniera significativa lo stress correlato all’intervento chirurgico». Se l’anestesia totale rappresenta un rischio per i soggetti più fragili, l’ipnosi potrebbe diventare la chiave per il futuro. «L’ipnosi clinica – come ha spiegato Andrea Cividini – è una cosa molto seria, ben lontana da ciò che spesso propongono gli spettacoli d’illusionismo. Insomma, non ha nulla a che vedere con la magia e non ha lo stesso effetto su tutti i pazienti. Ci sono soggetti più o meno predisposti a essere ipnotizzati».
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