Anac, lascia Raffaele Cantone: tornerà ad essere magistrato

Raffaele Cantone ha fatto richiesta per tornare ad occupare il ruolo di magistrato dopo aver lasciato l’Autorità Nazionale Anticorruzione, l’Anac

Anac, lascia Raffaele Cantone: tornerà ad essere magistrato
Raffaele Cantone ( Controlemafie , Wikipedia)

Con qualche mese in anticipo sulla scadenza del mandato, prevista per il marzo 2020, Raffaele Cantone ha deciso di lasciare l’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, che guidava da cinque anni, sin dal marzo 2014: l’ex pm anticamorra ha fatto richiesta per tornare a lavorare da magistrato.

Mediante una lettera scritta dallo stesso Cantone, arrivano le spiegazioni dietro tale scelta, avvenuta anzitutto perché sente che il ciclo si è chiuso, ma anche per “un diverso approccio culturale” che si sta realizzando nei confronti dell’Anac e del ruolo ricoperto da Cantone.

Inoltre, l’ex pm anticamorra spiega di non voler restare a guardare durante un periodo “difficile” che la magistratura sta vivendo, sottolineando la voglia di non restare “spettatore passivo, ancorché partecipe”.

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Raffaele Cantone lascia l’Anac e tornerà ad essere un magistrato: sotto la sua guida tanti progressi raggiunti

Lascerà dunque l’Anac Raffaele Cantone, che tornerà ad essere un magistrato all’Ufficio del massimario presso la Cassazione, nel ruolo che ricopriva prima della lunga parentesi all’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Cantone ha spiegato di aver fatto formale richiesta di rientrare nei ruoli organici della magistratura e di dover quindi concludere il mandato da Presidente dell’Anac; decisione che sarà ufficiale una volta ratificata. L’ex pm anticamorra sottolinea anche gli sviluppi che il Paese ha ottenuto nell’ambito della prevenzione della corruzione; non ritiene certo il fenomeno sconfitto, ma tiene ad evidenziarne i passi avanti.

Raffaele Cantone, nato a Napoli il 24 novembre del 1963, è entrato in magistratura nel 1991; sostituto procuratore a Napoli fino al 1999, ha agito nel contrasto della criminalità economica; in seguito ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. A lui si devono le indagini sul clan dei Casalesi che hanno portato all’arresto di boss di spicco della malavita.

Successivamente, ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione dal 27 marzo 2014 al 23 luglio 2019.

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