Sardegna, migranti sbarcati all’alba sulla spiaggia di Porto Pino

Sulla spiaggia di Porto Pino in Sardegna sono sbarcati questa mattina all’alba una decina di migranti, tutti uomini, di origine apparentemente algerina.

migranti sardegna barcone
Migranti su un barcone (Getty Images)

Questa mattina una piccola imbarcazione con una decina di migranti è sbarcata sul litorale del Sud della Sardegna a Porto Pino, nota località balneare del Comune di Sant’Anna Arresi, nel Sulcis Iglesiente. Gli uomini sono subito stati bloccati dalla Guardia di Finanza e dalle forze dell’ordine, che hanno iniziato le operazioni di identificazione: la maggior parte sono di origine algerina, altri forse provengono dalla Tunisia e dalla Libia.

Gli immigrati sono tutti maschi adulti e stanno bene e sono stati accompagnati al centro di primo soccorso e accoglienza realizzato in Sardegna a Monastir, in provincia di Cagliari. La Questura di Cagliari sta svolgendo tutti gli accertamenti di rito, che si ripetono ormai da anni.

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I migranti in Sardegna di cui nessuno parla

Quello di questa mattina è solo l’ennesimo sbarco di migranti clandestini nel Sud della Sardegna. L’ultimo era stato solo ieri 8 luglio con l’arrivo di otto algerini. La tratta Algeria-Sardegna sembra essere una rotta dimenticata o comunque di minore interesse mediatico rispetto a quelle più citate della Sicilia e i migranti paiono aver capito che la rotta verso la Sardegna è più agevole sia in termini di tratta che di controlli. Gli sbarchi nel Cagliaritano, seppur di poche decine alla volta, sono numerosissimi e trattandosi spesso di piccole imbarcazioni, difficilmente vengono intercettati e calcolati. Salvatore Deidda, segretario regionale del Siulp Polizia, cosciente della situazione, ha infatti dichiarato: “Il fatto che la rotta per Lampedusa abbia ‘qualche’ difficoltà è marcatamente palese. La nostra preoccupazione è che chiudendo quella rotta si cerchi di arrivare in Sardegna, scegliendo questa alternativa perché meno ‘esposta’ mediaticamente. E più conveniente per gli immigrati perché cosi facendo evitano di stare per lungo tempo in Libia”.

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