5 miliardi di valore aggiunto, 22mila posti di lavoro in più, sono gli esiti di alcune ricerche sulle ricadute economiche delle Olimpiadi Invernali 2026 a Milano-Cortina
Le Olimpiadi, dopo lo smacco della rinuncia della giunta capitolina a trazione grillina di rinunciare a presentare la candidatura per quelle estive del 2024, torneranno in Italia per la quarta volta, 20 anni dopo quelle di Torino 2006 e ben 70 anni dopo quelle proprio a Cortina del 1956. Un grande successo per l’intero Paese e l’ulteriore conferma che quando l’Italia sa fare squadra, sistema, al di là delle appartenenze ideologiche e partitiche, non teme avversari. Ora, smaltita l’ubriacatura collettiva successiva all’annuncio dell’assegnazione da parte del Presidente del Cio Thomas Bach, a prescindere dal fatto che indubbiamente l’assegnazione dei Giochi Olimpici rappresenti una boccata d’ossigeno che migliora l’immagine del nostro Paese alquanto appannata negli ultimi tempi per i suoi disastrati conti pubblici, è comunque doveroso fare qualche calcolo economico. Insomma, a quanto ammonterà il conto che dovranno pagare i contribuenti italiani per l’ospitare i Giochi Olimpici? Ebbene, secondo le stime ufficiali, l’investimento iniziale di aggirerà intorno al miliardo e mezzo di euro, con il Cio che contribuirà per quasi 970 milioni di dollari.
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Olimpiadi Invernali 2026 a Milano-Cortina: +22.000 posti di lavoro
Secondo le risultanze di tre ricerche indipendenti condotte dall’Università “La Sapienza” di Roma, l’ateneo veneziano “Ca’Foscari” e soprattutto dal tempio della scienza economica in Italia, la Bocconi di Milano, a fronte dell’investimento di 1,5 miliardi si genererà un valore aggiunto di 5 miliardi: in pratica, i ricercatori della Bocconi hanno stimato che per ogni euro investito nell’organizzazione delle Olimpiadi il ritorno sarà di 2,7 euro. Inoltre, si creeranno 22mila posti di lavoro, 14mila solo in Lombardia e Veneto, legati direttamente all’evento. Tuttavia, nonostante tali entusiasmanti prospettive economiche, non mancano le voci fuori dal coro di giubilo e consensi che mettono in guardia sul fatto che da cinquant’anni per le città ed i Paesi che hanno li hanno organizzati i Giochi Olimpici si sono rivelati una voragine che drena senza sosta risorse pubbliche, con il conseguente aggravio della tassazione per recuperare almeno una parte degli stanziamenti pubblici. Siamo solo all’inizio della lunga maratona che ci condurrà alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 ma è già iniziato il duello dialettico tra chi considera la loro organizzazione un’occasione per il rilancio dell’economia italiana e chi, al contrario, paventa che possa trasformarsi nell’ennesima “mangiatoia” per affaristi senza scrupoli.
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