Il Premier Conte ha spedito alle istituzioni europee la lettera con la replica alle criticità evidenziate dalla Commissione sulla tenuta dei conti pubblici
Dopo giorni di tensioni e fibrillazioni all’interno della compagine governativa, di botta e risposta a mezzo stampa tra ministri e l’ennesimo vertice della cabina di regia, il Premier Conte, i suoi vice Di Maio e Salvini ed il Ministro dell’Economia Tria, stamattina il governo italiano, come annunciato dallo stesso Premier, ha spedito alle istituzioni europee la missiva con le proprie delucidazioni e controdeduzioni alle contestazioni mosse dalla Commissione Europea sulla solidità dei conti pubblici in vista dell’apertura della procedura d’infrazione per debito eccessivo. Una lettera, che sarà al vaglio del Consiglio Europeo di domani e dopodomani, con la quale il governo gialloverde tende la mano alla Commissione europea visto che in un passo si legge che “l’Italia avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la Commissione Ue “.
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Premier Conte: ” Spedita la lettera di risposta alla Ue “. Tagli alla spesa per 2 mld
Un’apertura al dialogo da parte del governo del Cambiamento suffragata dall’impegno al rispetto delle regole Ue in tema di finanze pubbliche e soprattutto ad effettuare immediatamente tagli per 2 miliardi di euro alla spesa corrente per sterilizzare l’apertura della procedura d’infrazione: “rospo” che il recalcitrante vicepremier ha dovuto ingoiare in cambio del via libera da parte del Ministro dell’Economia Tria all’introduzione della flat tax al 15%. Comunque, tale disponibilità si inserisce nel quadro della richiesta dell’apertura di ” una fase costituente per ridisegnare le regole di governo delle nostre società e delle nostre economie riconsiderando modelli di sviluppo e crescita inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite “. Tuttavia, lo stesso Premier Conte ha poi puntualizzato: ” Non intendiamo sottrarci ai vincoli né intendiamo reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finché non saranno modificate secondo le ordinarie procedure previste dai Trattati, sono in vigore “.
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