Vendevano in Italia e all’estero olio di semi di soia addizionato con clorofilla spacciandolo per olio extravergine di oliva: i carabinieri hanno eseguito 24 misure cautelari, 17 delle quali a Cerignola
Vendevano in Italia e all’estero olio di semi di soia addizionato con clorofilla spacciandolo per olio extravergine di oliva. Per questo i carabinieri hanno eseguito 24 misure cautelari, 17 delle quali a Cerignola a Foggia, nell’ambito dell’operazione ‘Oro giallo‘.
Come hanno riferito gli investigatori, l’olio contraffatto veniva rivenduto in gran parte d’Italia, anche a rinomati ristoranti, e in Germania, applicando prezzi molto più bassi e concorrenziali rispetto all’effettivo valore di mercato.
Sono state emanate ventiquattro ordinanze cautelari, di cui 14 in carcere e 10 agli arresti domiciliari, accusati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti di frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari genuine come non genuine, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, ricettazione.
L’operazione è stata condotta dai Carabinieri Nas di Foggia e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, assieme ad Eurojust ed Europol, per gli aspetti operativi transnazionali, supportati dai militari NAS del Gruppo Tutela Salute di Napoli con il supporto del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia e con la collaborazione della Polizia Tedesca.
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Cerignola: olio di semi di soia venduto per olio extravergine d’oliva. I Coldiretti
Vendevano olio di semi di soia addizionato con clorofilla per olio extravergine d’oliva in Italia e all’estero: i carabinieri hanno eseguito 24 misure cautelari, 17 delle quali a Cerignola.
E come denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia: “Con la produzione di extravergine Made in Italy che ha raggiunto quest’anno i minimi storici a causa delle gelate di febbraio 2018 e gli effetti drammatici della Xylella con il crollo in maniera incontrovertibile della produzione di olive di oltre il 60%, è aumentato il rischio di frodi e sofisticazioni a danno del vero Made in Italy che colpiscono i produttori agricoli e i consumatori, allarme che avevamo lanciato sin dall’anno scorso a seguito della peggiore campagna olivicola in Puglia degli ultimi 25 anni”.
E continua sottolineando: “Senza interventi strutturali l’Italia rischia di perdere per sempre la possibilità di consumare extravergine nazionale con effetti disastrosi sull’economia, il lavoro, la salute e sul paesaggio.
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Con il crollo della produzione nazionale a crescere – continua la Coldiretti – sono le importazioni dall’estero con aumenti record degli arrivi dalla Tunisia che fanno registrare un balzo in quantità di quasi il 150% secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi dieci mesi del 2018″.