Durante l’inaugurazione del Bookstock Village al Salone del Libro di Torino, Paola Regeni parla di Roberto Vecchioni: “Non abbiamo bisogno di canzoni su Giulio”
La madre del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato e ucciso in Egitto, ha aperto gli spazi dedicati ai più giovani del Lingotto con il marito e l’avvocata Ballerini che da 39 mesi lotta per la verità sui mandanti e gli esecutori del delitto.
Durante l’inaugurazione del Bookstock Village al Salone del Libro di Torino, Paola Regeni parla di Roberto Vecchioni: “Non abbiamo bisogno di canzoni su Giulio, come quella scritta da un noto cantautore settantenne o di scoop giornalistici come quello recente fatto da una giornalista che rendendo noto un nome ci ha creato un grave danno, ma di condivisione e collaborazione”.
La signora Regeni ha raccontato agli studenti le passioni letterarie del figlio, ma ha anche criticato chi non collabora nella ricerca di verità: “Chi sa, chi vuole dire qualcosa sulla morte di nostro figlio, prima parli con la sua famiglia e con il nostro legale. Così ci potete aiutare; in caso contrario è meglio il nulla, grazie. Ci siamo già noi”.
Dura anche l’avvocata: “Dall’altro ieri gli affari commerciali con l’Egitto non solo hanno ripreso a proliferare, ma si è arrivati addirittura a vendere armi a quel Paese e questo è intollerabile” ha detto chiedendo il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto e ringraziando il presidente della Camera Roberto Fico.
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I genitori di Giulio Regeni lanciano un appello ai giovani: “È fondamentale che i giovani siano sempre con noi nella ricerca della verità per Giulio. Per questo siamo molto contenti di essere qui al Salone del libro, per parlare con i giovani. Bisogna ricordarsi di tutti i ragazzi che perdono la vita in tante parti del mondo. Succede tutti i giorni quello che è successo a Giulio, su di lui sono stati violati tutti i diritti umani. Noi non ci tiriamo indietro dalla strada della ricerca della verità e della giustizia. Giulio era uno di voi, curioso, affamato di vita e di verità. Come ora lo siamo noi che non smetteremo mai di ricercare la verità sulla sua morte”.
La madre di Giulio ha portato con sé, al Salone di Torino, alcuni libri amati da Giulio e su cui si è formato nel corso degli anni. Da Topolino a Siddharta di Hermann Hesse, passando per “Il Dio delle piccole cose” di Arundhati Roy, “La scomparsa dell’Italia industriale” di Luciano Gallino e “Lettere luterane” di Pierpaolo Pasolini.
“Volevo farvi una sorpresa – ha spiegato Paola Regeni – così sono andata a sbirciare nella libreria di Giulio, cosa che ho fatto tante volte, per tirare fuori alcuni dei suoi libri preferiti. Ho portato anche Topolino, perché Giulio a 5 anni ne era ghiotto. Ricordo un giorno che la maestra di quinta elementare mi chiamò per dirmi che il ‘ragazzino sapeva molte cose’, e chiedermi su cosa si stava formando. Dovetti dirle che divorava Topolino, che spesso ha racconti con legami con la storia e la società”.
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