Si aggrava il bilancio delle vittime dell’ondata di attacchi kamikaze contro 8 tra Chiese ed Hotel di lusso della capitale dello Sri Lanka
Continua ad aumentare il numero delle vittime degli attentati kamikaze di Pasqua in otto tra Chiese cattoliche ed alberghi di lusso nello Sri Lanka: i morti sono saliti a 310 dopo il decesso di alcune delle oltre 500 persone rimaste gravemente ferite, 30 le vittime straniere, tra cui tre dei quattro figli del patron danese di Asos. Secondo i primi risultati delle indagini, l’ondata di attacchi, supportati da una rete internazionale, sarebbe da attribuire a un movimento islamico locale, il National Thowheeth Jama’ath (NTJ), ha precisato un portavoce della polizia. Le autorità hanno arrestato finora 40 persone. Intanto nuova deflagrazione, mentre gli artificieri provvedevano al disinnesco, di un ordigno piazzato in un furgone parcheggiato vicino ad una Chiesa. Ferito in modo lieve l’inviato de La Repubblica Raimondo Bultrini. Trovati altri 87 detonatori vicino alla principale stazione degli autobus della capitale cingalese.
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Sri Lanka, stragi di Pasqua: 310 morti e 40 gli arresti. 7 i kamikaze in azione
Il Presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena ha dichiarato per oggi, 23 aprile, un giorno di lutto nazionale. Lo ha fatto sapere lo stesso ufficio del presidente aggiungendo che nello stesso giorno Sirisena incontrerà i rappresentanti diplomatici per sollecitare e organizzare gli aiuti internazionali. Sul fronte delle indagini, uno degli investigatori precisa che gli attentatori kamikaze entrati in azione in Sri Lanka erano 7 aggiungendo che gli attacchi sono stati quasi tutti realizzati da un solo attentatore, mentre in quello all’hotel di lusso Shangri-La sono state 2 le persone ad agire: ” Non crediamo che gli attacchi siano di persone di questo Paese. C’è una rete internazionale “. Nel frattempo infuria la polemica per la sottovalutazione da parte dell’intelligence dell’allarme diramato dal capo della polizia srilankese, 10 giorni fa, per il rischio di attentati kamikaze contro importanti Chiese del Paese.
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