La giornalista Lyra McKee si trovava a Londonderry, in Irlanda del Nord, per seguire gli scontri iniziati dopo le perquisizioni sull’autobomba di gennaio
Ancora sangue in Irlanda del Nord. A Londonderry, cittadina protagonista della Bloody Sunday del 1972, una giornalista è stata uccisa. La reporter ha perso la vita durante gli scontri scoppiati tra dimostranti appartenenti a gruppi di dissidenti repubblicani e polizia. In un messaggio diffuso Twitter, l’assistant Chief Constable Mark Hamilton ha confermato la notizia. “Posso tristemente confermare che in seguito ai colpi sparati questa notte a Creggan (Derry), una donna di 29 anni è stata uccisa. Stiamo trattando l’episodio come un incidente terroristico e abbiamo avviato un’indagine per terrorismo”.
Second vehicle hilackef and burned here in Fanad Drive in Creggan. Rioting is continuing #Derry pic.twitter.com/mMSq7iULzJ
— Leona O’Neill (@LeonaONeill1) 18 aprile 2019
Scontri a Londonderry
La giornalista morta è stata identificata in Lyra McKee, 29 anni. La donna è stata raggiunta da colpi di arma da fuoco mentre si trovava dietro alcune auto della polizia. Gli agenti stavano facendo perquisizioni nelle aree di Mulroy Park e Galliagh nell’ambito delle indagini sull’autobomba di gennaio. Secondo quanto riportano i media britannici, le proteste sarebbero iniziate proprio in seguito alla perquisizione di una casa da parte della polizia. Gli scontri sono scoppiati alla vigilia del fine settimana di Pasqua, periodo particolarmente caldo per la politica nord irlandese. In questi giorni, infatti, i repubblicani celebrano l’anniversario della Rivolta di Pasqua del 1916 mentre dissidenti organizzano dimostrazioni in strada: la tensione è massima e le autorità locali hanno innalzato i livelli di allerta.
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