Ernesto Albanese, è nato a Napoli, già dg del Coni, è il manager che da oltre venti anni vive e lavora tra Roma e Milano. Dopo il violento lutto che colpì la sua famiglia, suo padre Emilio fu ucciso nel 2005, in una rapina, Ernesto si è dedicato ad attività di solidarietà e ha fondato ‘L’Altra Napoli’.
Quasi tre anni dopo, la onlus ha raccolto oltre 5 milioni con il fundraising, tutti finalizzati, insieme con il parroco don Antonio Loffredo e la “Fondazione Con il sud“, alla riqualificazione del rione sanità: con la nascita della coop La Paranza, il Giardino degli aranci, la prima Orchestra Sanitansamble, e ora un analogo progetto sta partendo a Forcella.
Ad Albanese, durante la lunga intervista, gli è stato anche chiesto della sua campagna provocatoria del 2006.
Albanese, lei nel 2006 aprì una provocatoria campagna di domande per le amministrative: c’era una poltrona rossa in mezzo alla strada, tra i rifiuti. Se la rifacesse, oggi?
“Beh, alcune cose vanno meglio, non ci sono i cumuli in strada, ma certo continuiamo a buttar via soldi per mandare rifiuti all’estero”.
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E continua dicendo: “I servizi non sono all’altezza di una città europea. Però io oggi su quella poltrona vedrei un sindaco, chiunque sia, che metta una mano sulla spalla di un bambino che suona: insieme ce la si può fare”.