25 aprile, Salvini non parteciperà alle celebrazioni della Liberazione

25 aprile, Salvini non parteciperà alle celebrazioni della Liberazione
Matteo Salvini (GettyImages)

Il ministero dell’Interno Matteo Salvini in quei giorni sarà in Sicilia e non prenderà parte alle celebrazioni dell’anniversario della Liberazione d’Italia, il 25 aprile

“Onore alle nostre Forze dell’Ordine.
Il 25 aprile non parteciperò a sfilate, ma sarò in mezzo a loro a Corleone perché la liberazione, in tutta Italia, dal cancro di mafia, camorra e ‘ndrangheta è la nostra ragione di vita.”, recita così il messaggio pubblicato in un post sull’account ufficiale del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

ll 25 aprile dunque, il vicepremier non sarà all’altare della Patria, non affiancherà Sergio Mattarella nelle celebrazioni dell’anniversario della Liberazione d’Italia né sfilerà insieme ai partigiani.

“La lotta a camorra, ’ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita”, ha detto Salvini al termine della celebrazione del 167esimo anniversario della polizia. E ha quindi annunciato: “Io il 25 aprile non sarò a sfilare qua o la, fazzoletti rossi, neri, gialli o bianchi, vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine nel cuore della Sicilia”.

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Salvini non presenzierà alle celebrazioni della Liberazione il 25 aprile: la risposta dell’Anpi

Non si è fatta attendere la risposta al ministro dell’interno Matteo Salvini, in seguito all’annuncio di quest’ultimo che sarà in Sicilia il 25 aprile e non a Roma, durante le celebrazioni della Liberazione.

A rispondere infatti al vicepremier è stata la presidente dell’Anpi, Carla Nespolo: “È istituzionalmente doveroso che Salvini esca dalla sua brutale propaganda contro una festa nazionale che ricorda tante donne e uomini sacrificatisi per ridare all’Italia la libertà sottratta dalla violenza e dai crimini del fascismo e del nazismo”.

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“La liberazione dalla mafia è una battaglia quotidiana condotta con passione e impegno da magistrati, forze dell’ordine, giornalisti e sacerdoti, non uno strumento retorico da usare per non onorare con il dovuto rispetto l’antifascismo e la lotta partigiana”.

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