Blitz della Polizia di Palermo contro la mafia nigeriana. Smantellato il gruppo cultista chiamato “Eiye”, ramificato in tutta Italia
Dopo la retata che ha portato dietro le sbarre 10 latitanti della mafia nigeriana, rintracciati in Francia ed in Germania, un blitz della polizia ha disarticolato il gruppo cultista chiamato “Eiye“, ramificato in tutta Italia. 13 i fermi eseguiti: sette sono stati arrestati a Palermo, due a Catania, gli altri avevano lasciato da qualche tempo la Sicilia, due sono stati fermati a Castelvolturno, uno a Treviso, un altro a Vicenza. Tutti sono accusati di associazione mafiosa. L’indagine ha preso avvio dalla denuncia di una ragazza nigeriana vittima di tratta e sfruttamento della prostituzione. Tuttavia decisivo è stato il pentimento di due capi della confraternita “Eiye” che con le loro rivelazioni hanno consentito agli inquirenti di fare luce su tanti aspetti, tra cui il rituale di affiliazione, del sodalizio mafioso avvolti nel mistero.
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Palermo, si pentono due capi della mafia nigeriana: 13 fermati. Il rituale di affiliazione
Come riporta l’edizione on line de La Repubblica, un rituale di affiliazione è stato registrato da una delle microspie collocate dalla polizia a Ballarò. L’affiliando viene spogliato e spinto per terra, preso a calci e pugni, poi costretto a bere una mistura del proprio sangue e delle proprie lacrime. ” Avvicinano del peperoncino sulla testa e sulla faccia. Intanto, feriscono il corpo con un rasoio. Il peperoncino fa lacrimare l’occhio, raccolgono la lacrima che viene mescolata con il sangue delle ferite. Lacrime e sangue vengono mescolate con alcol, riso e tapioca, viene chiesto di giurare fedeltà e totale silenzio sulle pratiche dell’organizzazione “. Inoltre il nuovo affiliato deve versare una somma al capo e diventa schiavo di tutti i componenti del clan in quanto è l’ultimo arrivato. ” Poi, nel gruppo, sali di grado in base a quanti reati commetti “, hanno spiegato i pentiti.
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