Per uscire dallo stallo sulla Brexit la Premier May convoca a Downing Street i propri Ministri. Intanto le prime simulazioni in caso di “no deal” dipingono uno scenario da incubo
Non si risolve l’impasse sulla Brexit dopo la bocciatura da parte della Camera dei Comuni delle 4 proposte di piano B alternative all’accordo strappato dalla May rendendo sempre più concreto lo spettro del “no deal”. E così la Premier, a 10 giorni dal possibile recesso non negoziato dall’Ue, ha convocato a Downing Street i propri Ministri. Sarà una riunione-fiume in cui la May dovrà decidere se optare per una Brexit più morbida rispetto al proprio piano, uscire senza alcun accordo o andare a nuove elezioni o ad un secondo referendum. Intanto nelle alte sfere delle istituzioni europee non si fanno più tanti illusioni su una Brexit concordata. ” La Camera dei Comuni ha ancora una volta votato contro tutte le opzioni. Una hard Brexit diventa ormai quasi inevitabile. Mercoledì il Regno Unito ha l’ultima chance per uscire dalla situazione di stallo o affrontare l’abisso “, così ha twittato Guy Verhofstadt, coordinatore del Parlamento europeo sulla Brexit.
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Brexit, la Premier May convoca i propri Ministri. Scenario da incubo in caso di “no deal”
Mark Sedwill, il Cabinet Secretary del governo, ha inviato alla May e ai suoi Ministri una missiva con una simulazione in caso di mancato accordo che delinea uno scenario a tinte fosche. Un’uscita non negoziata dall’Ue avrebbe serie conseguenze in tutti i comparti in quanto si aprirebbe una fase transitoria di almeno 3 mesi in cui andrebbero in panne tanto i servizi essenziali quanto la fornitura di alimenti. Inoltre si avrebbero aumenti del 10% dei prezzi dei prodotti alimentari, polizia e forze di sicurezza in difficoltà, in tilt alcune aziende che commerciano con l’Ue, governo pressato per salvare le imprese dal baratro, recessione e deprezzamento della sterlina, sistema giudiziario messo sotto pressione.
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