Oggi 16 marzo 2019, ricorre l’anniversario della morte degli uomini della scorta di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse
Il 16 marzo del 1978, intorno alle nove del mattino, l’auto che trasportava Aldo Moro e i cinque uomini della sua scorta venne bloccata da un gruppo di uomini.
Questi ultimi, in seguito identificati come Brigate Rosse, uccisero la scorta e rapirono Moro.
I cinque uomini della scorta, ammazzati erano: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi.
L’auto era diretta a Montecitorio, di lì a poco, alla Camera dei Deputati Andreotti avrebbe ottenuto la fiducia per il suo quarto governo.
Protagonista indiscusso delle manovre di dialogo e avvicinamento tra i vari partiti, lo stesso Aldo Moro che, rappresentando l’ala sinistra della DC.
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Aldo Moro, 41 anni fa le Brigate Rosse uccisero la sua scorta. Le parole dell’avvocato Giovanna Bruno
L’avvocato Giovanna Bruno, Presidente della Federazione Centro Studi Aldo Moro, ricorda così gli agenti della scorta uccisi dalle Brigate Rosse: “Di certo possiamo dire come è in questo stesso momento in cui riflettiamo: un insieme di pseudo-leader, rappresentativi esclusivamente di se stessi.
Un coacervo di idee, senza minima ideologia. Una gara a chi urla di più, a chi studia meno, a chi fa più selfie e a chi ottiene più “mi piace” sui social. Sul nulla, aggiungo. O meglio: su come maggiormente togliere dignità ad un Paese la cui democrazia da quel 1978 non ha più avuto pace.”
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Conclude poi la Bruno: “e pensare che Giuseppe Conte, pochi giorni dopo il suo giuramento come Presidente del Consiglio, ebbe a dire che nella sua azione politica si sarebbe ispirato ad Aldo Moro. Ma questa è un’altra storia”.